L’International Association for Falconry and Protection of Birds of Prey (IAF) attribuisce grande importanza al benessere animale sia dei rapaci da falconeria che delle loro prede.
Queste linee guida sono state approvate dall’Assemblea dei Delegati alla 45ª Assemblea Generale Annuale a Doha, Qatar, nel gennaio 2014.
Esse sono adatte alla gestione dei rapaci da caccia che volano liberi durante la stagione venatoria e, in parte, anche alla riabilitazione di rapaci selvatici feriti o debilitati.
Non sono invece applicabili a rapaci tenuti in esposizione, negli zoo o come animali da compagnia che non vengono utilizzati per la caccia.
Introduzione
La falconeria, definita dalla IAF come: “la cattura della preda nel suo stato e habitat naturale per mezzo di rapaci addestrati”, si fonda su due presupposti:
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un rapace completamente sano e libero da stress, fisicamente e psicologicamente capace di catturare la propria preda in modo adeguato;
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un rapace che non nutra riserve nei confronti dell’uomo nel condividere sia l’evento venatorio sia la preda con il falconiere.
Questo presupposto implica un rapporto unico e reciprocamente vantaggioso tra il rapace e il falconiere.
Va riconosciuto che l’unico modo per ottenere prestazioni eccellenti da un rapace da falconeria è mantenerlo in perfetta forma, in salute ottimale e riducendo al minimo lo stress.
Le conoscenze accumulate in oltre 3000 anni riguardanti la gestione dei rapaci da falconeria consentono di ottimizzare le prestazioni di caccia, ridurre lo stress e prevenire le malattie.
Per comprendere il comportamento del rapace e l’addestramento fornito dal falconiere occorre considerare le ragioni del comportamento animale.
Ogni comportamento ha come obiettivo la sopravvivenza e la trasmissione dei geni. In natura, circa l’80% dei giovani rapaci muore nel primo anno, spesso per fame durante l’autunno e l’inverno. Per questo i rapaci sono predatori “energeticamente efficienti”, che restano fermi quando non cacciano.
La fame è la principale motivazione della caccia, ma non significa denutrizione: un rapace denutrito perderebbe la capacità di cacciare. Dopo l’allenamento o la caccia riuscita, deve ricevere la dieta necessaria.
A differenza di specie sociali come cani e cavalli, i rapaci non imparano tramite rinforzo negativo. Un approccio coercitivo li porta solo ad allontanarsi dal falconiere. Perciò l’addestramento deve basarsi unicamente su rinforzo positivo e riduzione dello stress.
La salute fisica è fondamentale: cure veterinarie, controlli periodici delle deiezioni e il mantenimento delle penne primarie integre sono imprescindibili.
Cosa significa benessere animale?
Il concetto può essere interpretato da prospettive giuridiche, etiche, estetiche e biologiche.
Nel contesto IAF, conta soprattutto quella biologica, perché non ci sono differenze sostanziali tra i rapaci da caccia e le loro prede.
Concetto “Soddisfare le esigenze ed evitare i danni”
Elaborato da etologi tedeschi e svizzeri nel 1987, stabilisce che un animale sta bene se riesce ad auto-mantenersi e non subisce danni fisiologici, morfologici o comportamentali.
Se un sistema di gestione porta a un numero significativo di individui feriti o danneggiati, esso non è compatibile col benessere animale.
Le cinque libertà (Farm Animal Welfare Council, 1979):
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Libertà dalla fame e dalla sete.
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Libertà dal disagio.
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Libertà da dolore, ferite e malattie.
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Libertà di esprimere comportamenti naturali.
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Libertà da paura e sofferenza mentale.
Entrambi i concetti si applicano ai rapaci da falconeria, salvo la compagnia dei propri simili, che non è necessaria per specie solitarie.
Gestione e manipolazione del rapace
Per la corretta gestione, il rapace deve avere i jesses (geti) (lacci fissati a bracciali alle zampe), come i collari per i cani o le redini per i cavalli.
I rapaci sono animali fortemente visivi: per evitare stress in ambienti nuovi o la tentazione di attaccare prede non cacciabili, i cappucci sono strumenti preziosi.
Viaggi con il rapace
Durante i viaggi bisogna evitare sbalzi climatici e stress da stimoli sconosciuti.
Si possono usare cappucci o cassette da trasporto ventilate.
Alloggiamento del rapace
Il ricovero deve proteggere da pioggia, sole intenso e correnti d’aria.
Il bagno deve essere sempre disponibile (tranne quando gela).
Il rapace non deve entrare in contatto con le proprie feci.
Va garantita protezione da predatori come gatti o ratti.
Due sistemi principali di alloggio:
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Metodo tradizionale (con tethering): uso di posatoi (a blocco, ad arco, a mensole). Ogni specie ha preferenze diverse.
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Voliere: ideali per la muta e la riproduzione. Devono prevenire danni alle penne e garantire ventilazione, protezione e sicurezza. Devono avere porte doppie per evitare fughe.
Addestramento del rapace
L’addestramento mira a portare il rapace in forma ottimale e insegnargli a catturare la preda.
Il peso va monitorato quotidianamente con bilancia, per valutare appetito e salute.
Tecniche di addestramento:
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Falchi: logori, aquiloni, palloni, droni con paracadute.
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Astore e Harris: voli da pugno a pugno tra due falconieri, salti verticali.
L’uso di selvaggina “rilasciata” può essere accettabile (dove consentito dalla legge), ma non è incoraggiato: la preda viva deve essere trattata con cura e abbattuta subito dopo la cattura.
Caccia con il rapace
Durante la caccia la priorità è la sicurezza del rapace e il rispetto del benessere della preda.
Il falconiere deve valutare i rischi ambientali (traffico, animali domestici, persone).
Rapace e preda devono essere proporzionati per dimensione.
Se la preda non muore subito, il falconiere deve abbatterla rapidamente e in modo umano.
Raccomandazioni
La IAF raccomanda che chi vuole diventare falconiere faccia un apprendistato con un falconiere esperto per almeno una stagione di caccia.
Si consiglia inoltre l’iscrizione a club di falconeria e la partecipazione a corsi formativi, anche dove non obbligatori per legge.
Alle autorità si suggerisce di rilasciare la licenza di falconiere solo previa prova di apprendistato e superamento di un esame.
autore: Thomas Richter
Traduzione a cura di Federico Lavanche
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