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I rapaci controllano il traffico aereo spagnolo

falco pellegrino

Il sistema anti-intrusione è più efficace dei dissuasori acustici
I rapaci controllano il traffico aereo spagnolo
In servizio in 19 aeroporti spagnoli, pattugliano cielo e terra a caccia di piccioni e lepri che potrebbero interferire sui voli.
MADRID – La «flotta» più consistente è in servizio permanente effettivo a Barajas, l’aeroporto intercontinentale di Madrid: 98 rapaci, reclutati per pattugliare lo spazio aereo, le piste e i prati, a caccia di imprudenti passerotti, colombe, anatre, piccioni, e anche aironi e leprotti che potrebbero avventurarsi tra le ruote o davanti ai motori degli aerei. Ma quasi tutti gli aeroporti spagnoli ormai si sono convertiti alla falconeria per contrastare pericolose invasioni dei corridoi aerei da parte di pennuti sventati; e destinati, qualche volta, a schiantarsi contro i cristalli delle cabine di pilotaggio o a essere risucchiati dalle turbine, riducendone la potenza proprio nelle fasi delicate del decollo e dell’atterraggio.
SISTEMA ANTI-INTRUSIONI – Gli acrobatici controllori del traffico sono stati arruolati con successo soprattutto nelle zone costiere, dove abbondano gabbiani e stormi di uccelli migratori. Pioniera nell’addestramento dei falchi come top gun della sicurezza aerea, la Spagna – secondo un’indagine del quotidiano ABC – è probabilmente il primo e unico paese al mondo che ha scelto per tutti i suoi aeroporti nazionali questo sistema anti-intrusioni. Preferendolo a dissuasori acustici, come ultrasuoni o altoparlanti che trasmettono il verso registrato del falco, o agli ancor più imprecisi razzi “spaventa-passeri”.
FALCHI E PELLEGRINI – La sola presenza dei predatori, in prevalenza falchi pellegrini e astori, si è dimostrata sufficiente a sgomberare il cielo: la potenziale cacciagione, infatti, identifica abbastanza rapidamente il pericolo e si mantiene alla larga. Soltanto di rado, dunque, il «rancio» dei cacciatori consiste nelle loro prede. Barajas, come altri 19 aeroporti spagnoli, dispone di un proprio allevamento di rapaci (la legge vieta di catturarne di selvatici da destinare a questo compito) e di addestratori professionali. Da quando la base militare di Torrejon de Ardoz iniziò a collaudare con successo i «caccia» dal becco adunco, nel 1968, e Madrid decise di imitarla, alla fine degli anni Settanta, varie generazioni di falchi si sono succedute nelle voliere dell’aeroporto. Dove rimangono anche all’età pensionabile: troppo abituati all’uomo, spiegano gli esperti, non potrebbero sopravvivere all’improvvisa e sconosciuta libertà.

Elisabetta Rosaspina
14 agosto 2007


Postato 2007-10-07, 15:07:24 da admin

Federico Lavanche
Federico Lavanchehttps://www.falconeria.org
Sono il fondatore di questo sito, pratico la falconeria dal 1992 e mi diletto a scrivere articoli sulla falconeria. Cerco di proporre l'immagine della falconeria per quello che è cioè una Passione Sana, a contatto con la Natura, un mezzo di caccia assolutamente non pericoloso ne invasivo, a zero impatto ambientale. Faccio del mio meglio per far capire, a chi la contrasta, che prima di scrivere sulla falconeria, bisogna conoscerla profondamente ;) Mi considero un po' il "custode" di questo sito che, dal 1997 "racconta"attraverso eventi, informazioni e personaggi, la falconeria in Italia.

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