tanto per sapere.....
A 10 giorni dall'invio di una mia e-mail all'Ente Parco del Pollino, ove in via del tutto personale eccepivo in merito alla frase presente sul loro sito:
"La pratica della caccia con il falco ammaestrato, tuttora consentita in Italia, è causa di una frequente
depredazione dei nidi di queste specie."
Non ho ricevuto risposta ne soddisfazione!! (e chi se lo aspettava???)
Vista la loro inerzia, ho provveduto ad un secondo invio, di cui vi rendo partecipi (gu nient da fa!):
testo:
Egregia Direzione dell'Ente Parco Nazionale del Pollino.....
In data 3 c.m., vi ho inviato una e-mail, ove esternavo il mio completo disappunto per una frase ritenuta da me lesiva, del decoro e dell'onore, di tutti quelli che praticano la caccia con il falco, nel rispetto della normativa vigente.
Nella convinzione, che tale affermazione, per quanto "importata" da una pubblicazione (ormai datata), fosse stata riproposta, anche se con estrema superficialità , in completa buonfede, vi ho invitati a porre rimedio, a quella che considero una nozione forviante.
Il vostro sito, come i vostri propositi, hanno, anche, un chiaro e dichiarato indirizzo didattico. Ritengo non vi sia di peggio, in relazione a questo fine, che fornire della controinformazione.
E' chiaro che con la frase:
"La pratica della caccia con il falco ammaestrato, tuttora consentita in Italia, è causa di una frequente
depredazione dei nidi di queste specie."
avete palesato tre chiari concetti:
1. Lo Stato, con la legalizzazione giuridica di tale attività , si è reso complice direttamente del furto di specie particolarmente protetta;
2. Chi pratica la caccia con il falco, è un ladro di uova e nidiacei;
3. La causa (perchè unica contemplata) della rarità della presenza del falco Lanario, sul territorio del Parco Nazionale del Pollino e non solo, visto che di specie tutta si specifica, è questo tipo di attività .
Ora vi chiedo...ma questo è quello che insegnate, a scolaresche o quant'altro, nei vostri propositi didattici e di sensibilizzazione?
Perchè in questo caso la cosa sarebbe ancor piö preoccupante, delle offese (ritenevo indirette) ai Falconieri e alla mia persona!
Vi rendete conto della disinformazione che promuovete?..... no? rifletteteci!!!!:
Già con un minimo di cognizione in materia, nella lettura integrale del testo si rilevano delle dissonanze. Quando si implica che il falco pellegrino e il gheppio sono rispettivamente abbastanza diffuso e abbondantemente presente, si entra in contraddizione, rispetto ad un lanario raro per causa dei falconieri. Queste prime due specie sono anch'esse impiegate, con abbondante utilizzo, in falconeria. Il falco pellegrino è uno dei maggiori falconi utilizzati in falconeria. E allora, come mai non subiscono nello stesso territorio, uguale destino? o interesse?
Sono sicuro che anche questi sono oggetto di bracconaggio come il Lanario, ma da parte di bracconieri non di coloro che praticano la falconeria nel rispetto delle leggi.
Pur anco.... mi chiedo.... non avete mai sentito? (anche se non vi è ufficialità certa nei dati) che il pellegrino ed il lanario sono specie in competizione, nello stesso areale. Ed è tutt'ora oggetto di studio la relazione sulle cause dirette, che si sono riscontrate intercorrere tra il calo demografico di una specie in corrispondenza del dimostrato aumento dell'altra, nello stesso territorio.
In ultimo vi invito, ad un attenta e obiettiva lettura del "Piano d'azione nazionale per il Lanario" del Ministero dell'Ambiente con il contributo tecnico scientifico dell'INFS (edizione 2007). Si puo notare così, che per la specie lanario, come attuali minacce e fattori limitanti, è si, stato individuato anche il prelievo di uova e di pulli, ma che questo concorre con altri 12 (dodici) motivi, per cui questa specie puo avere visto notevolmente affievolire il numero di effettivi.
Inoltre per tutte le 13 (tredici) cause ipotizzate, sono stati stilati gradi di rilevanza, rispetto all'incidenza sulla rarefazione della specie. Questi sono: Alta; media; bassa; sconosciuta.
Il prelievo di uova e pulli, è ritenuta una causa di rarefazione BASSA per rilevanza. Media solo in ambito locale.
Per tanto, sconosco se nel vostro ambito locale, affrontate problematiche di questo tipo....senza avervi potuto porre rimedio dalla data di pubblicazione del testo(2003) che appare su vostro sito, ad oggi. Resta inaccettabile che sosteniate solo ed esclusivamente questa motivazione, escudendone altre e piö importanti e determinanti, per la rarefazione di un intera specie; per di piö attribuendola alla categoria dei falconieri, con il benestare dello Stato.
In conclusione vi sollecito a porre rimedio alla sommaria, inopportuna e ritengo sfortunata frase, che non crea altro che disinformazione e traviante nozione. Dal sito di un Ente Parco Nazionale, che collabora attivamente con altre Istituzioni Statali e referenziati tecnici, ci si aspetta ben altro che del pressapochismo spicciolo.
Dstinti saluti.
CUPANI Antonio, Stresa (VB).