UNCF Mostra/Mercato Gorizia 2010

menzacapo ha scritto:
melk ha scritto:
Attenzione non facciamoci imbambolare dagli esteri e dal mito della loro efficienza ed affidalbilità , perchè non è così. Ricordiamoci sempre che i primi ladri di lanari e pellegrini sulle coste siciliane e sarde, negli anni 70 erano i tedeschi, che hanno dato una incredibile bastonata ai feldeggi che hanno impiegato decenni per ristabilire le popolazioni originarie.

Cosi adesso finalmente sembra che possano andarci gli indigeni :lol:

Cos'è che giustifica spendere migliaia di euro e fare 5000 km x gli albidus anzichè prendere un gentilis ad un prezzo molto piö basso e a "relativamente" pochi km di distanza?
C'è tutta questa differenza, venatoriamente parlando, tra le due ssp? :?


Melk,
le persone che hanno fatto 5.000 km, di cui parlo, hanno qualche decina di anni di astoreria sulla schiena, hanno addestrato e portato a caccia astori di tutti i tipi, hanno cominciato a provare a riprodurli parecchi anni fa con varie tecniche e dal 2003 (mi pare) Daniele , una di quelle persone, produce regolarmente astori in inseminazione artificiale cooperativa, con una media di produzione fra le piö alte d'Europa.
Prima abitavamo vicini, ora mi accontento di collaborare con lui in quel che posso, abitando quasi a 500 km di distanza. In compenso collaboro anche con Luigi, di Pavia, ad un'oretta da me, che produce con la stessa tecnica di Daniele, qualche soggetto all'anno, per pura soddisfazione personale. Insomma, dopo aver fatto decine di migliaia di Km correndo da un allevatore all'altro, da qualche anno gli astori ce li ho in casa e finalmente posso scegliere quello che preferisco... :wink:
Per Daniele riprodurre gli albidus è una questione di completezza professionale, avendo riprodotto gentilis gentilis, gentilis buteoides (e relativi ibridazioni), sparvieri etc.
Comunque sia, ti diro che personalmente, dal punto di vista venatorio, preferisco gli astori europei continentali piccoli (il mio terzuolo attuale in muta ha toccato al massimo circa gli 800 grammi senza cappuccio), ma cio non toglie che l'albidus sia una bestia affascinante e spero, la prossima stagione, di riuscire a filmare la sua prima nascita in Italia... come ho fatto anni fa per i sacri ed i gentilis.
Saluti.
Amedeo.
 
Arcioni è sicuramente un valido allevatore a livello internazionale, sono stato da lui anni fa quando Claudio (Tiger) ha comprato il suo astore che vola tuttora.
Poi ci sono tanti appassionati che allevano a livello quasi amatoriale proprio come Claudio e un mio amico che non scrive sul forum e che proprio quest' anno ha tirato fuori 5 pellegrini (una femmina l'ho presa io) fatto stà  che per i cites ci vuole un anno e senza cites il falco non puo essere mosso. (ora c'è un escamotage, ma ci si affoga sempre nei pezzi di carta). Questo tarpa le ali sul nascere ad allevatori che dopo un po si scocciano pesantemente della burocrazia tartaruga e gli passa la voglia.
Poi col recente scandalo successo, purtroppo siamo certi (ma si sapeva già ) che i "furbetti ci sono anche da noi" e anche in abbondanza.
La mia speranza è che le cose vadano migliorando e che Arcioni non rimanga un caso isolato ma possa essere imitato da altri in modo che la produzione di qualità  aumenti e che siano anche gli stranieri ha comprare da noi. Ma per ora la vedo veramente dura.
Ciao
 
Quest'anno (come pure lo scorso anno) a Daniele, oltre a diversi compratori italiani, ho fatto vendere un giovane terzuolo in quel di Malta !! ho indirizzato verso di lui anche degli spagnoli :wink:
 
il problema degli allevatori italiani,lo sappiamo da sempre è la burocrazia,primi nel mondo per bloccare tutto e tutti. se in italia avessimo la possibilità  di avere i cites in 30-40 giorni come nel resto d'europa,gli allevamenti italiani sicuramente sarebbero trà  i primi per le vendite in europa.
dico questo perche solo un vero appassionato, potrebbe allevare rapaci in italia, visto la lentezza della burocrazia,e fa bene toscano a fare pubblicità  agli allevatori di casa nostra
 
Daniele oltre ad allevare da parecchi anni, è anche agevolato dal suo lavoro, quindi x lui è molto Piö semplice :wink:
 
Come dice pier sarebbe bello se anche in italia si potranno avere allevatori seri e competenti per far concorrenza all'estero :p :p
Sarà  dura..... ma nulla è impossibile!
Ciao

Davide
 
sanremo61 ha scritto:
Daniele oltre ad allevare da parecchi anni, è anche agevolato dal suo lavoro, quindi x lui è molto Piö semplice :wink:

La titolare dell'allevamento è la moglie di Daniele, come si legge anche nel suo sito web, per cui Daniele è soltanto un "collaboratore". Il suo mestiere, purtroppo non lo ha facilitato granchè, se non per il fatto che deve conoscere la legge a mena dito, poichè è uno di quelli che devono farla rispettare.
Posso dire, con cognizione di causa, che forse per questo motivo, ha subito piö controlli lui dalla commissione scientifica (che è composta da vari tecnici di varie associazioni, non solo dal CFdS), che, per esempio, Luigi o altri amici miei che riproducono falconi in modo amatoriale.
Per quanto riguarda il discorso CITES, quest'anno la commissione scientifica ha rilasciato già  (a inizio agosto) tutti i documenti richiesti entro giugno,in anticipo rispetto agli anni precedenti.
Per farla breve, senza citare nulla, la legge oggi dice sostanzialmente che di ogni di falco che nasce in cattività  bisogna denunciare la nascita entro 10 giorni a che, finchè non viene riconosciuto dagli enti competenti (CFdS) come "nato in cattività " e quindi "non selvatico" non puo essere spostato dalla residenza dell'allevatore.
In pratica il CFdS sancisce la nascita in cattività  con l'emissione del CITES, se lo ritiene necessario, dopo esame del DNA. Punto.
Per cui, pur NON essendo obbligatorio l'esame del DNA per legge (non puo neppure "essere richiesto" al CFdS, come scrisse qualcuno sul forum, a meno che non si faccia fare privatamente, ma anche in questo caso il CFdS potrebbe non considerarlo), il CFdS in pratica lo fa sempre, almeno alla prima nascita.
Chi sposta i falchi e chi li prende, rischiano entrambi una bella multona e la penale, alla stessa stregua della detenzione di animali "selvatici", poichè finchè il CFdS non dice il contrario, per la legge quello sono.
Il problema è che fatta la denuncia di avvenuta nascita (entro i 10 gg), fatta la richiesta del CITES alla forestale regionale, bisogna aspettare che la forestale faccia i controlli (se li vuole fare), che spedisca tutto a Roma, che si riunisca la Commissione scientfica (che di solito d'Agosto va in ferie...) che venga dato il benestare oppure che vengano fatti gli esami gentici se li richiede. In questo caso bisogna aspettare che vengano fatti gli esami, che si riunisca nuovamente la commissione (e allora si va a settembre...) che dia parere favorevole, che la forestale regionale compili i CITES e che l'allevatore se li vada a prendere (e si arriva a ottobre ed oltre...).
In tutti questi mesi il falco deve rimanere a casina di mammà ... :cry:
Dato che il CFdS non è tenuto ad avvisare di tutti questi movimenti l'allevatore, normalmente si aspetta nel buio assoluto.
Naturalmente Daniele in questo campo è un po' piö "pratico" degli altri e riesce a seguire con molta attenzione l'iter dei suoi documenti, ma non è detto che non possa farlo chiunque altro. E' necessario instaurare con la forestale locale un rapporto di fiducia e collaborazione, in modo tale da essere "presenti", ma non ossessivi... è una questione di rapporti, ma io non ho mai trovato ostilità  da parte del CFdS, chiedendo con educazione, senza fare casini e rendendosi disponibile a tutto quello che legalmente possono richiederci, le cose si semplificano per entrambi. Purtroppo spesso l'allevatore non conosce bene i regolamenti e fa casino e nella forestale spesso non tutti i funzionari sono veramente ferrati nell'argomento. Sommando le due cose, allora diventa difficile...
Episodi come quello avvenuto con le aquile del Bonelli fanno un grosso danno a tutti e danno un'immagine negativa degli allevatori italiani e dei falconieri. Purtroppo spesso i falconieri italiani, per faciloneria o ignoranza, hanno favorito in passato questi allevaotri "poco allineati" ai regolamenti, magari in buona fede, acquistando uccelli non del tutto testati.
Quando sento o leggo, anche su questo forum, come diceva anche Melk della pellegrina presa da un suo amico, oppure di chi fa sparvieri o altro (gli Harris' sono in appendice II ed è magari differente, ma occhi agli autoctoni!) mi chiedo: presi a Giugno-Luglio nati in Italia? con quale documentazione?
Uno scritto di "cessione" che non vale nulla?
Attenzione perchè la buona fede non giustifica davanti alla legge, tutt'al piö dà  un attenuante.
Io non sono MAI uscito da casa di un allevatore (neppure in Italia) senza il CITES in tasca e consiglio a tutti di fare così.
Il fatto che in Italia i CITES si consegnino in ritardo rispetto al resto d'Europa (in Inghilterra agli allevatori professionisti danno addirittura i CITES precompilati da completare, come previsto dal regolamento europeo, ma in Italia il ministero non ci sente...) danneggia molto gli allevatori che devono tenere in voliera i falchi piö tempo (rischiando danni e aumentando i costi) e che non possono pertecipare a mostre mercato europee (vedi Gorizia e Germania).
Quindi per rispondere a Claudiocomastri, le lamentele e le proposte di miglioramento sono state fatte a tempo e con cognizione, ma le risposte per ora sono state sempre negative.
Invece a davidepioltelli dico che in Italia ci sono già  allevatori seri e competenti in materia di falchi, mancano spesso pero le cognizioni "legali e commerciali" e questo non solo blocca il mercato, ma crea una confusione controproducente. E a Jeri (riguardo il feldeggi): attenzione... nessuno vuole sminuire la capacità  dei singoli allevatori "amatoriali" (che poi sono tutti in Italia, perchè a parte la moglie di Daniele che lo fa di mestiere non mi risulta che qualcun altro rilasci regolarmente la fattura per l'acquisto di un falco... :wink: ) di riprodurre, ma devono anche essere a posto con i documenti.
Per cui attenzione : è bello e gratificante riprodurre falchi, ma occhio ai regolamenti.
Saluti.
Amedeo.
 
Tanax ha scritto:
sanremo61 ha scritto:
Daniele oltre ad allevare da parecchi anni, è anche agevolato dal suo lavoro, quindi x lui è molto Piö semplice :wink:

La titolare dell'allevamento è la moglie di Daniele, come si legge anche nel suo sito web, per cui Daniele è soltanto un "collaboratore". Il suo mestiere, purtroppo non lo ha facilitato granchè, se non per il fatto che deve conoscere la legge a mena dito, poichè è uno di quelli che devono farla rispettare.
Posso dire, con cognizione di causa, che forse per questo motivo, ha subito piö controlli lui dalla commissione scientifica (che è composta da vari tecnici di varie associazioni, non solo dal CFdS), che, per esempio, Luigi o altri amici miei che riproducono falconi in modo amatoriale.
Per quanto riguarda il discorso CITES, quest'anno la commissione scientifica ha rilasciato già  (a inizio agosto) tutti i documenti richiesti entro giugno,in anticipo rispetto agli anni precedenti.
Per farla breve, senza citare nulla, la legge oggi dice sostanzialmente che di ogni di falco che nasce in cattività  bisogna denunciare la nascita entro 10 giorni a che, finchè non viene riconosciuto dagli enti competenti (CFdS) come "nato in cattività " e quindi "non selvatico" non puo essere spostato dalla residenza dell'allevatore.
In pratica il CFdS sancisce la nascita in cattività  con l'emissione del CITES, se lo ritiene necessario, dopo esame del DNA. Punto.
Per cui, pur NON essendo obbligatorio l'esame del DNA per legge (non puo neppure "essere richiesto" al CFdS, come scrisse qualcuno sul forum, a meno che non si faccia fare privatamente, ma anche in questo caso il CFdS potrebbe non considerarlo), il CFdS in pratica lo fa sempre, almeno alla prima nascita.
Chi sposta i falchi e chi li prende, rischiano entrambi una bella multona e la penale, alla stessa stregua della detenzione di animali "selvatici", poichè finchè il CFdS non dice il contrario, per la legge quello sono.
Il problema è che fatta la denuncia di avvenuta nascita (entro i 10 gg), fatta la richiesta del CITES alla forestale regionale, bisogna aspettare che la forestale faccia i controlli (se li vuole fare), che spedisca tutto a Roma, che si riunisca la Commissione scientfica (che di solito d'Agosto va in ferie...) che venga dato il benestare oppure che vengano fatti gli esami gentici se li richiede. In questo caso bisogna aspettare che vengano fatti gli esami, che si riunisca nuovamente la commissione (e allora si va a settembre...) che dia parere favorevole, che la forestale regionale compili i CITES e che l'allevatore se li vada a prendere (e si arriva a ottobre ed oltre...).
In tutti questi mesi il falco deve rimanere a casina di mammà ... :cry:
Dato che il CFdS non è tenuto ad avvisare di tutti questi movimenti l'allevatore, normalmente si aspetta nel buio assoluto.
Naturalmente Daniele in questo campo è un po' piö "pratico" degli altri e riesce a seguire con molta attenzione l'iter dei suoi documenti, ma non è detto che non possa farlo chiunque altro. E' necessario instaurare con la forestale locale un rapporto di fiducia e collaborazione, in modo tale da essere "presenti", ma non ossessivi... è una questione di rapporti, ma io non ho mai trovato ostilità  da parte del CFdS, chiedendo con educazione, senza fare casini e rendendosi disponibile a tutto quello che legalmente possono richiederci, le cose si semplificano per entrambi. Purtroppo spesso l'allevatore non conosce bene i regolamenti e fa casino e nella forestale spesso non tutti i funzionari sono veramente ferrati nell'argomento. Sommando le due cose, allora diventa difficile...
Episodi come quello avvenuto con le aquile del Bonelli fanno un grosso danno a tutti e danno un'immagine negativa degli allevatori italiani e dei falconieri. Purtroppo spesso i falconieri italiani, per faciloneria o ignoranza, hanno favorito in passato questi allevaotri "poco allineati" ai regolamenti, magari in buona fede, acquistando uccelli non del tutto testati.
Quando sento o leggo, anche su questo forum, come diceva anche Melk della pellegrina presa da un suo amico, oppure di chi fa sparvieri o altro (gli Harris' sono in appendice II ed è magari differente, ma occhi agli autoctoni!) mi chiedo: presi a Giugno-Luglio nati in Italia? con quale documentazione?
Uno scritto di "cessione" che non vale nulla?
Attenzione perchè la buona fede non giustifica davanti alla legge, tutt'al piö dà  un attenuante.
Io non sono MAI uscito da casa di un allevatore (neppure in Italia) senza il CITES in tasca e consiglio a tutti di fare così.
Il fatto che in Italia i CITES si consegnino in ritardo rispetto al resto d'Europa (in Inghilterra agli allevatori professionisti danno addirittura i CITES precompilati da completare, come previsto dal regolamento europeo, ma in Italia il ministero non ci sente...) danneggia molto gli allevatori che devono tenere in voliera i falchi piö tempo (rischiando danni e aumentando i costi) e che non possono pertecipare a mostre mercato europee (vedi Gorizia e Germania).
Quindi per rispondere a Claudiocomastri, le lamentele e le proposte di miglioramento sono state fatte a tempo e con cognizione, ma le risposte per ora sono state sempre negative.
Invece a davidepioltelli dico che in Italia ci sono già  allevatori seri e competenti in materia di falchi, mancano spesso pero le cognizioni "legali e commerciali" e questo non solo blocca il mercato, ma crea una confusione controproducente. E a Jeri (riguardo il feldeggi): attenzione... nessuno vuole sminuire la capacità  dei singoli allevatori "amatoriali" (che poi sono tutti in Italia, perchè a parte la moglie di Daniele che lo fa di mestiere non mi risulta che qualcun altro rilasci regolarmente la fattura per l'acquisto di un falco... :wink: ) di riprodurre, ma devono anche essere a posto con i documenti.
Per cui attenzione : è bello e gratificante riprodurre falchi, ma occhio ai regolamenti.
Saluti.
Amedeo.

Come fanno a dare i Cites precompilati agli allevatori europei e negarli agli Italiani :? Questa è veramente bella :!: :evil:
L'allevatore(non italiano) che puo avere questi benedetti cites precompilati in quanto tempo riesce a darti un falco dalla nascita?

Sono informazioni molto interessanti, oltre che utili, Amedeo, ti ringrazio. :)
 
Allora, vi spiego bene come si fa a poter detenere a casa un falco nato in cattività  da allevatore con regolare permesso di allevare e con registro di carico e scarico e tutti gli amenicoli necessari.
Sia ben chiaro che quello che dico vale per la provincia di FC e per il competente Ufficio CItes di questa zona, che peraltro è molto ben informato, professionale e anche umanamente cordiale.
L'allevatore fa la rituale denuncia di nascita, aspetta che l'ufficio cites venga a fare tutti i relativi controlli sui nuovi nati (controllo anelli e foto con soggetto e n. di anello), poi compila le richieste di Cites e aspetta la riunione della famigerata commissione ecc. ecc.
Nel frattempo l'allevatore dopo aver caricato sul suo registro i nuovi nati ha la possibilità  di cederli temporaneamente per un periodo MASSIMO DI DUE MESI e per CAUSE DI FORZA MAGGIORE a qualcuno che li accudisca al posto suo. Questa CESSIONE TEMPORANEA va COMUNICATA all' Ufficio Cites Competente compilando l' apposito modulo dove vengono indicati tutti i dati (provenienza dell' animale e indirizzo di collocazione temporanea ecc. ecc.) e inviandolo tramite fax o lettera raccomandata entro le 48 ore dalla CESSIONE TEMPORANEA.
Nel frattempo potrebbero avvenire i test del DNA per cui gli animali devono comunque essere disponibili.
Si capisce da sè che la cosa è macchinosa e comunque con queste prerogative non si puo cedere un falco all' estero o a chi vive a centinaia di chilometri di distanza, ma è comunque meglio di niente.
Naturalmente trascorsi i due mesi di affidamento, se il cites non è arrivato, (e sicuramente non è arrivato) bisogna rinnovare la richiesta di AFFIDO TEMPORANEO e rimandare il tutto a l'UFFICIO CITES
competente.
ATTENZIONE che non tutti gli uffici cites sono a conoscenza della possibilità  di questa CESSIONE TEMPORANEA PER CAUSE DI FORZA MAGGIORE.
So per certo che in provincia di Pordenone non lo sapevano, poi hanno contattatio l'ufficio di Forlì e anche loro hanno recepito questa cosa.
E' chiaro che si tratta di un escamotage per venire incontro agli allevatori in modo che nopn debbano vedere incancrenire i loro animali chiusi dentro alle voliere per parecchi mesi.
Per quanto riguarda gli Uffici Cites della Forestale, quì in provincia di Forlì sono veramente efficienti, il problema è che la commissione non c'entra con loro per cui è inutile sollecitarli. Loro i controlli li fanno molto velocemente ma poi tutto si arena in commissione e i mesi passano inesorabili.
Speriamo che in futuro migliri.
 
melk ha scritto:
Allora, vi spiego bene come si fa a poter detenere a casa un falco nato in cattività  da allevatore con regolare permesso di allevare e con registro di carico e scarico e tutti gli amenicoli necessari.
Sia ben chiaro che quello che dico vale per la provincia di FC e per il competente Ufficio CItes di questa zona, che peraltro è molto ben informato, professionale e anche umanamente cordiale.
L'allevatore fa la rituale denuncia di nascita, aspetta che l'ufficio cites venga a fare tutti i relativi controlli sui nuovi nati (controllo anelli e foto con soggetto e n. di anello), poi compila le richieste di Cites e aspetta la riunione della famigerata commissione ecc. ecc.
Nel frattempo l'allevatore dopo aver caricato sul suo registro i nuovi nati ha la possibilità  di cederli temporaneamente per un periodo MASSIMO DI DUE MESI e per CAUSE DI FORZA MAGGIORE a qualcuno che li accudisca al posto suo. Questa CESSIONE TEMPORANEA va COMUNICATA all' Ufficio Cites Competente compilando l' apposito modulo dove vengono indicati tutti i dati (provenienza dell' animale e indirizzo di collocazione temporanea ecc. ecc.) e inviandolo tramite fax o lettera raccomandata entro le 48 ore dalla CESSIONE TEMPORANEA.
Nel frattempo potrebbero avvenire i test del DNA per cui gli animali devono comunque essere disponibili.
Si capisce da sè che la cosa è macchinosa e comunque con queste prerogative non si puo cedere un falco all' estero o a chi vive a centinaia di chilometri di distanza, ma è comunque meglio di niente.
Naturalmente trascorsi i due mesi di affidamento, se il cites non è arrivato, (e sicuramente non è arrivato) bisogna rinnovare la richiesta di AFFIDO TEMPORANEO e rimandare il tutto a l'UFFICIO CITES
competente.
ATTENZIONE che non tutti gli uffici cites sono a conoscenza della possibilità  di questa CESSIONE TEMPORANEA PER CAUSE DI FORZA MAGGIORE.
So per certo che in provincia di Pordenone non lo sapevano, poi hanno contattatio l'ufficio di Forlì e anche loro hanno recepito questa cosa.
E' chiaro che si tratta di un escamotage per venire incontro agli allevatori in modo che nopn debbano vedere incancrenire i loro animali chiusi dentro alle voliere per parecchi mesi.
Per quanto riguarda gli Uffici Cites della Forestale, quì in provincia di Forlì sono veramente efficienti, il problema è che la commissione non c'entra con loro per cui è inutile sollecitarli. Loro i controlli li fanno molto velocemente ma poi tutto si arena in commissione e i mesi passano inesorabili.
Speriamo che in futuro migliri.

I motivi di forza maggiore sono comtemplati dal regolamento CEE, ma solo in casi specifici (ricovero veterinario etc) e riconosciuti dal CFdS. Per cui è logico che se un funzionario di un uff CITES periferico (tipo Forlì) decide che i "motivi di forza maggiore" siano legittimi, va tutto bene, ma non tutti i funzionari la pensano così. Non si puo generalizzare un escamotage che funzione in una provincia come se fosse valido genericamente. A Milano ti fanno le pernacchie.
Inoltre l'allevatore, come fai notare giustamente, come puo dare un animale ad uno sconosciuto, "fidandosi" del fatto che se gli fanno i controlli gli venga sicuramente riportato e che, per esempio, non l'abbia rivenduto o ceduto a sua volta? Un amico quando il CFdS, dopo quasi un anno dalle nascite, gli ha detto "fra due giorni veniamo a fare il DNA" (ed è stato fortunato ad essere stato avvisato, altrimenti potevano farli ugualmente senza dirgli nulla prima) si è sentito rispondere da un tipo che abitava a un centinaio di km a cui aveva ceduto un falco l'anno precedente: "vienitelo a prendere e riportamelo perchè non ho tempo e comunque se non mi hai ancora dato il CITES fatti tuoi...". Un altro animale della stessa nidiata era già  morto ed ha avuto un bel daffare a farsi inviare un certificato veterinario di decesso dal proprietario....
Per cui non è così "semplice" ed inoltre, alla fine chi corre i rischi maggiori è l'acquirente, perchè ha in casa un animale senza la documentazione che richiede la normativa CEE (infatti l'animale non è nato da lui e il documento di "cessione" non vale nulla ai fini della normativa comunitaria.
Io, per per esempio, non ho preso falchi con il doc d cessione senza CITES neppure in REGALO, figuriamoci pagando!
Per cui, ripeto, con il CITES compro in Italia e preferisco a parità  di prezzo favorire gli allevatori italiani, senza CITES no.
Poi, naturalmente, ognuno fa cio che credo meglio e qui non ci piove.
Saluti.
 
Menzacapo scrive:
Come fanno a dare i Cites precompilati agli allevatori europei e negarli agli Italiani :? Questa è veramente bella :!: :evil:
L'allevatore(non italiano) che puo avere questi benedetti cites precompilati in quanto tempo riesce a darti un falco dalla nascita?



Io acquistai in Austria 4 pellegrini di 40 giorni già  con il CITES, piö di 10 anni fa... :wink:
 
quello che dici tanax è sconvolgente,praticamente in italia siamo ancora al medioevo. :cry:
caro melk sei stato esaudiente,ma ti ricordo che forlì per tua fortuna che ci vivi, è una delle città  piö efficenti d'italia, se non la piö efficente,è una cittadina stupendamente organizzata ,in tutto e pertutto:D
 
Quando andai in inghilterra a prendere una femmina di gyrsacro l' allevatore mi disse che da loro tutti i CITES sono compilati dagli allevatori perchè ormai c'è reciproca fiducia tra falconieri e DEFRA (ente preposto ai controlli). Dopo un po di tempo mi sono imbattuto su un anuncio di vendita di una femmina di Bonelli a prezzo interessante sul IFF. Alla fine il responsabile della sezione, allevatore e membro della commissione falconieri-DEFRA, sconsigliava a tutti l'aquisto perchè la fonte di provenienza era poco affidabile (est europeo) e ci sono stati precedenti poco rassicuranti. Certo che in Italia siamo nel medioevo se ancora si prelevano rapaci selvatici.
 
Sul fatto che in questo paese si vive di escamotage e sempre sul filo del rasoio non ci sono dubbi.
Ho riportato solo quanto ci è permesso fare quì e ho sottolineato che non tutti gli uffici recepiscono.
Sono convinto che se le cose non cambiano in fretta in Italia gli allevatori andranno scomparendo tranne Arcioni che è l'unico che ha i cites in due massimo tre mesi.
O si trovano strade tipo la mia (assolutamente legale dove vivo io) o si compra il falco all' estero.
Il problema Cites è quello che tarpa le ali agli allevatori in Italia e di conseguenza nè limita enormemente la crescita.
Ti tagliano le gambe prima di iniziare.
Vi immaginate il mio amico a cui sono nati 5 pellegrini se non avesse avuto la possibilità  di poterli dare in affidamento ad amici poco distanti da lui?
Cosa se ne fa di 5 animali in voliera per 7/8 mesi ?(ma forse anche di piö).
E poi ci lamentiamo che gli allevatori esteri ci fregano.
Io dico per fortuna che esistono, altrimenti i falchi ce li scordiamo alla grande.
Un arcioni in Italia è un caso quasi isolato.
Quanti allevatori Italiani conoscete in grado di darvi il cites nel giro di tre mesi ??
 
melk ha scritto:
Sono convinto che se le cose non cambiano in fretta in Italia gli allevatori andranno scomparendo tranne Arcioni che è l'unico che ha i cites in due massimo tre mesi.
Vi immaginate il mio amico a cui sono nati 5 pellegrini se non avesse avuto la possibilità  di poterli dare in affidamento ad amici poco distanti da lui?
Cosa se ne fa di 5 animali in voliera per 7/8 mesi ?(ma forse anche di piö).
Un arcioni in Italia è un caso quasi isolato.
Quanti allevatori Italiani conoscete in grado di darvi il cites nel giro di tre mesi ??

Personalmente posso dirti che se il tuo amico avesse fatto richiesta dei CITES nello stesso momento in cui ha fatto la comunicazione di nascita (cioè entro il decimo giorno, appena messi gli anelli), salvo problemi di esame DNA, avrebbe avuto i CITES adesso. Se non li ha è perchè non ha fatto la domanda subito oppure perchè hanno sospeso la pratica per fare accertamenti, altrimenti li avrebbe come tutti gli altri.
Se chiedi a Rocco vedrai che ti confermerà  che l'astore che ha preso dal mio amico Luigi di Pavia, ha il CITES già  pronto, esattamente come quelli di Daniele. Guarda caso sono due persone (distanti geograficamente e che utilizzano due diversi uffici CITES) che utilizzano gli stessi tempi e modi di richiesta documento...
Non è che tutti gli anni in tre mesi si hanno i CITES, ma quest'anno è andata bene e l'hanno dati a tutti (non solo a Daniele) quelli (naturalmente in regola) che ne hanno fatto domanda fino a giugno. L'anno scorso hanno posticipato per tutti a causa di problemi della Commissione.
Io gli anni scorsi ho preso gheppi e pellegrini (gli astori non li compro, li inanello... :wink: ) nati in Italia, che a 70 giorni di età  avevano già  il CITES.
Per rientrare nella prima "infornata" della Commissione, prima delle ferie estive, è INDISPENSABILE spedire la richiesta di CITES appena si conoscono i numeri di anello messi sui pulli. Capisco che sia difficile sessare a 9-10 gg, ma eventualmente si puo rettificare in un secondo tempo, tanto la Commissione si riunisce di solito a Luglio e per quel periodo i sessi sono evidenti.
Faccio qui questo discorso, non per filantropia, ma perchè spero che domani in Italia si possano comprare falchi "a posto" sotto tutti i profili, senza dover andare all'estero.
A questo proposito vorrei anche dire che gli anelli (ovviamente chiusi e senza saldature) devono essere di fattura industriale, non self made. Lo dice la legge espressamente.
Si possono comprare da vari produttori (tipo il Bird Register in Inghilterra o diventare soci FOI, o Ziboni in Italia o altri), ma non farli in casa con sezioni di tubi e punzoni.
Quando tiro fuori il grano, voglio avere tutto a norma di legge... anelli, documenti e, possibilmente , prezzo... :wink:
Dico questo perchè mi sono sentito dire, da un "allevatore" italiano, che 5 o 10 euro per un anello inglese sono troppi... :cry: :x 8O
Questo sebbene il falco, avesse il prezzo piö alto che nel resto di Europa, adducendo il motivo che: "se vai a prenderlo in Germania, fra benza e albergo spendi di piö..." ..... 8O
Salutoni.
Amedeo.
 
Amedeo (e tutti gli altri)

di solito i ritardi biblici sui CITES si hanno il primo anno che fai la denuncia di nascita e con relativa richiesta di Registro di carico/scarico perchè deve prima passare la Commissione scientifica a visionare la idoneità  delle voliere ecc poi passano (quando non si sa!!) gli Ispettori del Ministero a fare i prelievi del DNA ecc

Per cui passano mesi e mesi

Dal secondo anno in poi (in teoria) dovrebbe essere tutto molto piö veloce e dovrebbero rilasciarti i CITES nei tempi che tu hai detto

Per quanto riguarda gli anelli di fattura industriale NON costano 5 o 10 euro cadauno ma al costo di 10 sterline te ne danno 10 !! quindi, considerando un poco di spese postali al massimo verranno a costare 1 - 2 euro cadauno
 
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