sanremo61 ha scritto:
Daniele oltre ad allevare da parecchi anni, è anche agevolato dal suo lavoro, quindi x lui è molto Piö semplice :wink:
La titolare dell'allevamento è la moglie di Daniele, come si legge anche nel suo sito web, per cui Daniele è soltanto un "collaboratore". Il suo mestiere, purtroppo non lo ha facilitato granchè, se non per il fatto che deve conoscere la legge a mena dito, poichè è uno di quelli che devono farla rispettare.
Posso dire, con cognizione di causa, che forse per questo motivo, ha subito piö controlli lui dalla commissione scientifica (che è composta da vari tecnici di varie associazioni, non solo dal CFdS), che, per esempio, Luigi o altri amici miei che riproducono falconi in modo amatoriale.
Per quanto riguarda il discorso CITES, quest'anno la commissione scientifica ha rilasciato già (a inizio agosto) tutti i documenti richiesti entro giugno,in anticipo rispetto agli anni precedenti.
Per farla breve, senza citare nulla, la legge oggi dice sostanzialmente che di ogni di falco che nasce in cattività bisogna denunciare la nascita entro 10 giorni a che, finchè non viene riconosciuto dagli enti competenti (CFdS) come "nato in cattività " e quindi "non selvatico" non puo essere spostato dalla residenza dell'allevatore.
In pratica il CFdS sancisce la nascita in cattività con l'emissione del CITES, se lo ritiene necessario, dopo esame del DNA. Punto.
Per cui, pur NON essendo obbligatorio l'esame del DNA per legge (non puo neppure "essere richiesto" al CFdS, come scrisse qualcuno sul forum, a meno che non si faccia fare privatamente, ma anche in questo caso il CFdS potrebbe non considerarlo), il CFdS in pratica lo fa sempre, almeno alla prima nascita.
Chi sposta i falchi e chi li prende, rischiano entrambi una bella multona e la penale, alla stessa stregua della detenzione di animali "selvatici", poichè finchè il CFdS non dice il contrario, per la legge quello sono.
Il problema è che fatta la denuncia di avvenuta nascita (entro i 10 gg), fatta la richiesta del CITES alla forestale regionale, bisogna aspettare che la forestale faccia i controlli (se li vuole fare), che spedisca tutto a Roma, che si riunisca la Commissione scientfica (che di solito d'Agosto va in ferie...) che venga dato il benestare oppure che vengano fatti gli esami gentici se li richiede. In questo caso bisogna aspettare che vengano fatti gli esami, che si riunisca nuovamente la commissione (e allora si va a settembre...) che dia parere favorevole, che la forestale regionale compili i CITES e che l'allevatore se li vada a prendere (e si arriva a ottobre ed oltre...).
In tutti questi mesi il falco deve rimanere a casina di mammà ...
Dato che il CFdS non è tenuto ad avvisare di tutti questi movimenti l'allevatore, normalmente si aspetta nel buio assoluto.
Naturalmente Daniele in questo campo è un po' piö "pratico" degli altri e riesce a seguire con molta attenzione l'iter dei suoi documenti, ma non è detto che non possa farlo chiunque altro. E' necessario instaurare con la forestale locale un rapporto di fiducia e collaborazione, in modo tale da essere "presenti", ma non ossessivi... è una questione di rapporti, ma io non ho mai trovato ostilità da parte del CFdS, chiedendo con educazione, senza fare casini e rendendosi disponibile a tutto quello che legalmente possono richiederci, le cose si semplificano per entrambi. Purtroppo spesso l'allevatore non conosce bene i regolamenti e fa casino e nella forestale spesso non tutti i funzionari sono veramente ferrati nell'argomento. Sommando le due cose, allora diventa difficile...
Episodi come quello avvenuto con le aquile del Bonelli fanno un grosso danno a tutti e danno un'immagine negativa degli allevatori italiani e dei falconieri. Purtroppo spesso i falconieri italiani, per faciloneria o ignoranza, hanno favorito in passato questi allevaotri "poco allineati" ai regolamenti, magari in buona fede, acquistando uccelli non del tutto testati.
Quando sento o leggo, anche su questo forum, come diceva anche Melk della pellegrina presa da un suo amico, oppure di chi fa sparvieri o altro (gli Harris' sono in appendice II ed è magari differente, ma occhi agli autoctoni!) mi chiedo: presi a Giugno-Luglio nati in Italia? con quale documentazione?
Uno scritto di "cessione" che non vale nulla?
Attenzione perchè la buona fede non giustifica davanti alla legge, tutt'al piö dà un attenuante.
Io non sono MAI uscito da casa di un allevatore (neppure in Italia) senza il CITES in tasca e consiglio a tutti di fare così.
Il fatto che in Italia i CITES si consegnino in ritardo rispetto al resto d'Europa (in Inghilterra agli allevatori professionisti danno addirittura i CITES precompilati da completare, come previsto dal regolamento europeo, ma in Italia il ministero non ci sente...) danneggia molto gli allevatori che devono tenere in voliera i falchi piö tempo (rischiando danni e aumentando i costi) e che non possono pertecipare a mostre mercato europee (vedi Gorizia e Germania).
Quindi per rispondere a Claudiocomastri, le lamentele e le proposte di miglioramento sono state fatte a tempo e con cognizione, ma le risposte per ora sono state sempre negative.
Invece a davidepioltelli dico che in Italia ci sono già allevatori seri e competenti in materia di falchi, mancano spesso pero le cognizioni "legali e commerciali" e questo non solo blocca il mercato, ma crea una confusione controproducente. E a Jeri (riguardo il feldeggi): attenzione... nessuno vuole sminuire la capacità dei singoli allevatori "amatoriali" (che poi sono tutti in Italia, perchè a parte la moglie di Daniele che lo fa di mestiere non mi risulta che qualcun altro rilasci regolarmente la fattura per l'acquisto di un falco... :wink: ) di riprodurre, ma devono anche essere a posto con i documenti.
Per cui attenzione : è bello e gratificante riprodurre falchi, ma occhio ai regolamenti.
Saluti.
Amedeo.