Curiosa complicità 

stefano ha scritto:
un falco ferito o iin difficoltà  s'accorge di essere bisognoso e si lascia fare tutto.
buon volo
Perdonami Stefano, non sono affatto d'accordo. Si lascia fare di tutto perchè spesso è attanagliato dalla paura e dallo stress. In natura sanno che una basta una scalfitura e lisci di lasciarci le penne, nel vero senso della parola, quindi non è una condizione alla quale sono predisposti...
 
pandion ha scritto:
stefano ha scritto:
un falco ferito o iin difficoltà  s'accorge di essere bisognoso e si lascia fare tutto.
buon volo
Perdonami Stefano, non sono affatto d'accordo. Si lascia fare di tutto perchè spesso è attanagliato dalla paura e dallo stress. In natura sanno che una basta una scalfitura e lisci di lasciarci le penne, nel vero senso della parola, quindi non è una condizione alla quale sono predisposti...



sono d'accordo con il Sig. Stefano, la paura e lo stress non c'entrano anche perchè il corpo produce adrenalina che sovrasta tali sensazioni, ho visto rapaci selvatici arrivati in centro di recupero e il giorno dopo, che si erano calmati e l'adrenalina era scesa. mangiare dalle mani dell uomo, figuriamoci quelli nati in cattività  che hanno te come punto di riferimento, certo puoi fargli di tutto ma dipende sempre come lo fai, quella pellegrina li aveva 5 mesi quando l ho presa e non era imprintata eppure quando ha cominciato a stare male si è sempre fatta fare tutto ma sempre con il rispetto dovuto, a detta di tutti i veterinari e falconieri anche di fama, con la malattia che ha avuto, che non posso citare perchè per legge doveva essere soppressa, era fortunata a rimanere viva ma sicuramente non avrebbe piö volato figuriamoci cacciare,nel momento dei sei mesi peggiori della malattia, dormivo accanto a lei la notte, ho fatto tanti sacrifici, sono andato contro tutti non ascoltando il consiglio di sopprimerla, ho speso un capitale per curarla e quello che mi ha fatto stare peggio e che ci ho creduto solo io.... ne vado fiero di questa esperienza, mi ha insegnato molto, magari chi vorrà  vedere adesso che è guarita completamente come stocca i piccioni, sarà  il benvenuto. il vero grande problema, sono i limiti mentali che ci prefiggiamo e peggio che altri prefiggono al posto nostro, da cui ci facciamo condizionare e che poi non ti fanno vedere e andare oltre a quello che dice la gente.
 
un paio di esperienze simili le ho avute in questi pochi anni che volo falchi, e nn ho mai visto un falco bisognoso d'aiuto veramente, avere l'occhio impaurito o terrorizzato, dopo due giorni di cure, ammansito completamente, poi una volta a posto è ritornato diffidente ugualmente, pronto a scappare, pero nel momento del bisogno siamo tutti uguali, uomini e bestie, si vuole sopravivvere e se per farlo bisogna abbassare le orecchie si fa eccome....magari ci sono casi paricolari ma di sicuro avranno meno possibilità  di sopravivvenza
buon volo
 
Concordo anch'io con Stefano ed Enry-brock.
Ho avuto un gheppio di cattura sofferente di bumblefoot ad entrambi i piedi, L'ho curato per circa 6 mesi e si faceva fare veramente di tutto. Non era affatto intimorito, tanto e vero che dopo i primi pediluvi serali di acqua e sale, dove lo tenevo io nella baccinella coprendogli la testa per farlo stare tranquillo, ho potuto lasciarlo libero e senza coprirlo e lui se ne stava buono e tranquillo a fare il pediluvio!
Capiscono eccome che li stai aiutando!
 
secondo me il "sapere di essere malato, e lasciarsi aiutare" è una condizione dell'uomo piuttosto che degli animali, tanto meno di rapaci.
diciamo che i primi giorni l'animale non ha la forza di reagire e di opporre resistenza.
i giorni seguenti è facile che abbia preso l'abitudine a una certa nostra azione, e sopporti di avere le nostre mani addosso perchè sa che è solo per pochi istanti.
questo è il mio punto di vista...
 
silvia ha scritto:
secondo me il "sapere di essere malato, e lasciarsi aiutare" è una condizione dell'uomo piuttosto che degli animali, tanto meno di rapaci.
diciamo che i primi giorni l'animale non ha la forza di reagire e di opporre resistenza.
i giorni seguenti è facile che abbia preso l'abitudine a una certa nostra azione, e sopporti di avere le nostre mani addosso perchè sa che è solo per pochi istanti.
questo è il mio punto di vista...

il mio parere sul Suo punto di vista, è che esprime un opinione dettata da una mancanza di esperienze, ci sono alchimie che si possono creare con gli animali, che dai punti di vista che esprime mi sembra che Lei, con tutto il rispetto parlando, non possa neanche concepire, da piccolo vidi un documentario poi divenuto molto famoso, di quei due fratelli che salvarono un cucciolo di leone che dopo un paio d'anni venne riimmesso nella riserva, dopo sette anni ritornarono in tale riserva per poter rivedere quel predatore che tanto avevano accudito e ammansito creando con lui qualcosa di raro nel poco tempo che erano assieme, per certe cose bisogna essere portati, appena il leone li vide gli corse in contro a farsi fare le feste, mi fece riflettere molto e rinforzo certe mie idee, il mondo è pieno di storie come queste, per fortuna, denotano un profondo rispetto nella comunicazione con altre specie animali, e Le parlo da persone che non va a caccia con il falco ma porta i falchi a caccia che sempre secondo la mia opinione sono due cose diverse.
 
sicuramente la fame di un falco ferito che nn mangia da parecchio tempo aiuta ad instaurare un rapporto di fiducia, e di sopportazione da parte del selvatico nei confronti dell'uomo che lo sta nutrendo.
buon volo
 
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