deffie
Falconiere Esperto
Salve a tutti,
ho visto che ci sono diverse scuole di pensiero a proposito della ricompensa al compimento dell'esercizio:
una che considera l'accipitride come un essere primitivo ed istintivo e dice che se "cattura" e non trova cibo si offende moltissimo,
l'altra che paragona il comportamento dell'accipitride a quello di un animale piö evoluto dove il non dare sempre la ricompensa equivale ad incentivare un nuovo tentativo nella speranza - fiducia - che prima o poi ci sarà .
Ora, nessuno si azzarderebbe a lanciare un logoro sguarnito in un tentativo di recupero a tramonto inoltrato, chiarito questo quello che mi incuriosisce è quanto descrive Fox relativamente al metodo adottato dal suo amico Steve Layman a proposito dei salti al pugno per mantenere il falco in fitness (anche qui si puo dire che il falco che caccia quotidianamente non ha bisogno dei salti e buona notte, ma è l'aspetto comportamentale che vorrei esaminare).
Il metodo che descrive prevede che in una fase iniziale dell'addestramento la ricompensa segua un rapporto 1:1, un esercizio fatto = una ricompensa e una volta che l'animale ha capito l'esercizio si inizi a non ricompensarlo ogni volta, fino ad arrivare ad una ricompensa data una volta su cinque in maniera casuale, ad esempio, su dieci esercizi posso dare la ricompensa due volte a fila e poi niente per 8 volte oppure posso darla una volta al primo ed una volta all'ottavo; il ragionamento viene spiegato con l'esempio dell'interruttore della luce e della torcia a pile, se non funziona l'interruttore della luce provi due volte e poi smetti, o manca la corrente o è fulminata la lampadina, è una cosa che funziona sempre; se non funziona la torcia a pile togli le batterie, le cambi, controlli il bulbo, i contatti, l'interruttore; sai che non è così affidabile e quindi riprovi.
Fox dice che normalmente riusciva ad ottenere 40-50 salti al pugno, adottando questo metodo ha potuto raggiungere i 200-400 salti.
A voi la parola
Giacomo.
ho visto che ci sono diverse scuole di pensiero a proposito della ricompensa al compimento dell'esercizio:
una che considera l'accipitride come un essere primitivo ed istintivo e dice che se "cattura" e non trova cibo si offende moltissimo,
l'altra che paragona il comportamento dell'accipitride a quello di un animale piö evoluto dove il non dare sempre la ricompensa equivale ad incentivare un nuovo tentativo nella speranza - fiducia - che prima o poi ci sarà .
Ora, nessuno si azzarderebbe a lanciare un logoro sguarnito in un tentativo di recupero a tramonto inoltrato, chiarito questo quello che mi incuriosisce è quanto descrive Fox relativamente al metodo adottato dal suo amico Steve Layman a proposito dei salti al pugno per mantenere il falco in fitness (anche qui si puo dire che il falco che caccia quotidianamente non ha bisogno dei salti e buona notte, ma è l'aspetto comportamentale che vorrei esaminare).
Il metodo che descrive prevede che in una fase iniziale dell'addestramento la ricompensa segua un rapporto 1:1, un esercizio fatto = una ricompensa e una volta che l'animale ha capito l'esercizio si inizi a non ricompensarlo ogni volta, fino ad arrivare ad una ricompensa data una volta su cinque in maniera casuale, ad esempio, su dieci esercizi posso dare la ricompensa due volte a fila e poi niente per 8 volte oppure posso darla una volta al primo ed una volta all'ottavo; il ragionamento viene spiegato con l'esempio dell'interruttore della luce e della torcia a pile, se non funziona l'interruttore della luce provi due volte e poi smetti, o manca la corrente o è fulminata la lampadina, è una cosa che funziona sempre; se non funziona la torcia a pile togli le batterie, le cambi, controlli il bulbo, i contatti, l'interruttore; sai che non è così affidabile e quindi riprovi.
Fox dice che normalmente riusciva ad ottenere 40-50 salti al pugno, adottando questo metodo ha potuto raggiungere i 200-400 salti.
A voi la parola
Giacomo.