La Storia della Falconeria Italiana

Patty ha scritto:
Ciao Ele, ben volentieri! Mi piace molto cucire - anche abiti - e i geti sono la mia passione.
Tanto che porto sempre due al polso sinistro, sottili in pelle di canguro, sono bellissimi e non si seccano neanche facendoci la doccia tutti i giorni :D

??..

Mi fa piacere leggere le tue osservazioni, soprattutto a proposito degli studenti. Probabilmente hai avuto esperienze in proposito piö positive delle mie.
Qui a Milano, ho insegnato ad alcuni master post-universitari in Cattolica e al Politecnico e, purtroppo, non ho avuto la fortuna di conoscere molti ragazzi in cui brillavano le caratteristiche che descrivi tu e quelli che le avevano non erano falconieri.
perdonami ma vedo che insisti sulle stesse cose...mi sembra di capire che neanche tu sia un falconiere ...ergo....

A proposito di lavoro ... io mi occupo di valorizzazione dei beni culturali con le nuove tecnologie, non di scrivere libri. Tu ?
Non è importante..qui non siamo su linkedin.

"5 mesi di lavoro con tutto il materiale che gli verrebbe fornito da subito".
Ma se hai lo studente modello e tutto il materiale già  disponibile, dovresti iniziare domattina a lavorare a questo progetto, è un peccato tenerlo nel cassetto ...
Cose già  dette non ricominciamo anche qui. Rileggi: la mia posizione è chiara.

(...) di falconieri che si preoccupano del benessere dei loro rapaci e di preservare la nobile arte della falconeria.
...tutti buoni....vecchia storia.
 
Vediamo di rimanere in tema.... senza troppe allusioni personali e stupide provocazioni... come al solito... grazie! :wink:
 
Ele10

visto che ti sembra tutto facile e visto, a pare mio, che tieni molto entusiasmo riguardo l'idea espressa da mrhawk, magari inizia tu a far ricerche e buttar giö qualcosa...ovviamente, "aggratis" :D

comunque, volendo dire la mia in merito, riguardo la "storia" della falconeria "moderna" dagli anni '80 fino ai giorni nostri, basterebbe ritrovarsi in 4-5 persone (Tanax compreso) e potremmo raccontare vita-morte-miracoli di tutti i fatti (travagliati e non) con nomi e cognomi di tutti i maggiori "protagonisti" ecc ecc (escludendo, ovviamente, tutti gli pseudo "maestri" di oggi nati come funghi!! :wink: )
 
toscano1 ha scritto:
Ele10

visto che ti sembra tutto facile e visto, a pare mio, che tieni molto entusiasmo riguardo l'idea espressa da mrhawk, magari inizia tu a far ricerche e buttar giö qualcosa...ovviamente, "aggratis" :D

Toscano,...'nn mi sono spiegata. Io non ci lavoro né tantomeno cerco lustri. Per la laurea ho dato ...: ho fatto due tesi finite firmate "cappuccetto rosso"; ora non avrei tempo..né a gratis né a pagamento. Conosco certe logiche, mi scuso se mi esprimo in maniera troppo diretta. Non ce l'ho con nessuno in particolare. Mi piace solo la chiarezza senza tirare in ballo i paroloni e le eticità .
 
Giovanni, ma allora dove sta la difficoltà  se tutto il sapere e' riposto in 4 o 5 persone :? 8O
 
MRHAWK ha scritto:
Giovanni, ma allora dove sta la difficoltà  se tutto il sapere e' riposto in 4 o 5 persone :? 8O

Federico, forse mi sono spiegato male
NON ho detto che il "sapere" è riposto solo in 4-5 persone, ma ho detto che basta sentire 4-5 persone che ti RACCONTANO per filo e per segno la storia della "falconeria moderna italiana" dall'80 ad oggi...
tutto cio perchè l'hanno vissuta a 360° , dalle varie vicissitudini con la nascita della FIFA, dell'AIFA di De Marco, poi della FIF, poi di UNCF ecc ecc ecc
 
toscano1 ha scritto:
MRHAWK ha scritto:
Giovanni, ma allora dove sta la difficoltà  se tutto il sapere e' riposto in 4 o 5 persone :? 8O

Federico, forse mi sono spiegato male
NON ho detto che il "sapere" è riposto solo in 4-5 persone, ma ho detto che basta sentire 4-5 persone che ti RACCONTANO per filo e per segno la storia della "falconeria moderna italiana" dall'80 ad oggi...
tutto cio perchè l'hanno vissuta a 360° , dalle varie vicissitudini con la nascita della FIFA, dell'AIFA di De Marco, poi della FIF, poi di UNCF ecc ecc ecc

E' già ... Nicola... come starà ? non ho piö avuto la forza di chiamarlo...
Il tuo gheppietto... :) mi viene la lacrima... :cry:
 
io tutte queste cose del passato non le so :( ... se si scrivesse davvero il libro ne comprerei certamente una copia... :)
 
io tutte queste cose del passato non le so ... se si scrivesse davvero il libro ne comprerei certamente una copia...

Idem....proprio perchè per le cose piö vecchi già  ci sono i libri...ma per queste c'è solo la memoria...sarebbe un peccato perderle....
Giovanni...tu che conosci tutti...fai il volume 2 del tuo libro.... :D
 
reartu ha scritto:
io tutte queste cose del passato non le so ... se si scrivesse davvero il libro ne comprerei certamente una copia...

Idem....proprio perchè per le cose piö vecchi già  ci sono i libri...ma per queste c'è solo la memoria...sarebbe un peccato perderle....
Giovanni...tu che conosci tutti...fai il volume 2 del tuo libro.... :D


:lol: :lol: :lol: Splendida idea!!!!
 
:idea: Già , è vero.... come mai non l' hai scritto prima nel tuo libro? :mrgreen:
 
Tanax ha scritto:
E' già ... Nicola... come starà ? non ho piö avuto la forza di chiamarlo...
Il tuo gheppietto... :) mi viene la lacrima... :cry:

Anch'io non l'ho piö chiamato, ma mi sono informato di lui presso alcuni ragazzi pugliesi :cry:
Nicola fece tanto per la falconeria italiana dei nostri tempi, ma come ben sai, le gelosie e le manie di protagonismo di altri lo relegarono nell'angolo :evil:

Amedeo, vedi un po se questa foto ti ricorda qualcosa :)

Se scende la lacrima a te...figuriamoci quante ne scenderanno al sottoscritto !! :cry:

Bel gheppiettino, ottimo cacciatore di quaglie (di rilascio) ...spesso le catturava in volo, proprio come faceva il super-gheppio di Colombo... ricordi?
 
forse forse mi piace molto il discorso di ele10, che la falconeria rimanga un sapere da tramandare verbalmente, senza pubblicità  senza clamori senza cercare di vendere fumo. l'idea potrebbe essere buona ma alla fine a chi giova??
buon volo
 
toscano1 ha scritto:
Amedeo, vedi un po se questa foto ti ricorda qualcosa :)
Se scende la lacrima a te...figuriamoci quante ne scenderanno al sottoscritto !! :cry:
Bel gheppiettino, ottimo cacciatore di quaglie (di rilascio) ...spesso le catturava in volo, proprio come faceva il super-gheppio di Colombo... ricordi?

'azzo Giovanni... !!!! mi prendi sul "sentimento"... Quel raduno fu semplicemente una cosa irripetibile... non solo dal punto di vista della caccia... quanto dal punto di vista della falconeria in toto. Neppure quello dell'anno successivo fu così "coinvolgente"... Non ho mai piö provato quelle sensazioni, in nessuno dei 10.000 raduni a cui ho partecipato in seguito da ogni parte...
Ho ancora foto "storiche" su carta (il digitale non esisteva ancora...) e se prima o poi trovero il tempo di scannerizzarle, vedrai che numeri (tanto per dirne una: Giancarlo Pirrotta 23 anni fa, con un centinaio di capelli in piö in testa ed il mitico astore Ganà  in abito giovanile..., oppure Renato Vitelli con il mitico pellegrino maschio che ammazzava i maschi di fagiano in stoccata).
Il gheppio di Colombo... e Massimo con il suoi lanari? E Nino con la Brookei che poi gli è sopravissuta ed è morta a 23 anni !!! E Paolo con la "Rossa"? ed il pranzo medioevale nel Castello di Melfi?
Fino alle tre di notte a parlare con Enzo Arcioni, Bacchin, Massimo, Nicola etc di tutto e senza voler smettere, perchè Internet non esisteva e neppure i telefonini e tutto era piö difficile e richiedeva piö tempo ed energia...
E in certe occasioni uniche, ci si voleva ubriacare di nozioni, racconti, esperienze... ci si inzuppava come spugne... di emozioni anche altrui che diventavano collettive, intorno ad un tavolo e al vino... poi tre ore di sonno agitato dall'adrenalina e via di nuovo a volare...
Oggi ho un po' di nostalgia di quell'adrenalina...
Solo che con il racconto di quei giorni ci sarebbe da scrivere un libro, davvero...
Vabbè finiamola qui... :)
 
stefano ha scritto:
forse forse mi piace molto il discorso di ele10, che la falconeria rimanga un sapere da tramandare verbalmente, senza pubblicità  senza clamori senza cercare di vendere fumo. l'idea potrebbe essere buona ...
Nella storia moderna della falconeria molti dissapori e critiche sono nate proprio tra falconieri che volevano diffondere la conoscenza della falconeria a "tutti" e quelli che la volevano tramandare solo a "pochi eletti".
Indipendentemente dalla proprio credo a proposito, oggi nell'epoca del web 3.0 è impossibile pensare di tramandare la falconeria verbalmente solo tra pochi. Mai è stato così semplice avere informazioni, anche informazioni di ottima qualità , e confrontarsi con falconieri di tutto il mondo. Facebook è uno strumento fantastico che permette di entrare in contatto con falconieri arabi, pakistani, inglesi, americani, ... e scambiare con loro interessanti informazioni (tra l'altro su Facebook si vive un'atmosfera sempre serena e propositiva ... non esiste il "I not like" :D )

A proposito di storia moderna spero di farvi cosa gradita allegando la traduzione dell'intervista che ho fatto lo scorso dicembre ad Umberto Caproni e che è stata presentata al festival internazionale della falconeria.
Anche dalle sue parole emerge anche il tema della "conoscenza per pochi" e delle informazioni invece ora "accessibili per tutti".

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"La falconeria in Italia, praticata per lunghi secoli da principi e re, ha una lunga tradizione di eccellenza. Prima delle Guerre Napoleoniche, era popolare specialmente a Mantova presso la corte dei Principi Gonzaga. Dopo le guerre napoleoniche, anche a seguito dell’avvento delle armi da fuoco, inizio a scomparire progressivamente. E non si ha alcuna notizia di falconieri italiani praticanti questo sport nel XVIII secolo. Nel XIX secolo, alcuni entusiasti iniziarono ad interessarsi di falconeria e a raccogliere informazioni soprattutto parlando con falconieri stranieri in occasione di viaggi in Inghilterra e Olanda.
Il primo falconiere italiano di cui siamo a conoscenza è il grande maestro Nasturzio, un gentiluomo appassionato di setter e di pointer che chiese a Mr. Jack Frost, un falconiere inglese e istruttore di cani, di venire in Italia ad addestrare per lui alcuni cani.
Alla fine degli anni Venti, inizio degli anni Trenta, Nasturzio apprese la falconeria da Mr. Frost ed inizio ad addestrare alcuni astori alla cattura di lepri nella parte sud di Milano, vicino a Pavia, presso la sua tenuta che era ricca di lepri e conigli. Rimase per altri 5-10 anni l’unico falconiere italiano, fino a quando il Dott. Coppaloni, che viveva nella sua stessa zona vicino a Pavia ed era anche lui un grande appassionato di cani, lo incontro e si entusiasmo per la falconeria. Coppaloni e Nasturzio iniziarono ad andare a caccia insieme proprio appena prima della Seconda Guerra Mondiale. Con la scomparsa di Nastruzio, dopo la guerra in Italia c’era un solo falconiere, il Dott.re Coppaloni che pratico la falconeria fino alla sua morte.

Io ho iniziato la falconeria poco dopo i vent’anni. Nel 1956, ho incontrato il dott. Coppaloni per chiedergli informazioni sulla falconeria e per avere un aiuto nel procurarmi qualche falco ma lui, che era molto riservato e poco incline a fornire informazioni sulla falconeria non volendo creare facili entusiasmi, non mi aiuto. Così iniziai a cercare informazioni nei libri e poco dopo incontrai due amici, Frikki Pratesi e Fulco Tosti di Valminuta, anche loro interessati alla falconeria. Insieme venimmo a conoscenza di un uccellatore che nel nord Italia catturava piccoli uccelli e aveva anche alcuni gheppi che venivano usati per la grandi caccie. A volte aveva anche dei piccoli smerigli e sparvieri. Da lui riuscimmo ad ottenere i nostri primi falchi. Dopo vari tentativi ed errori, imparammo a gestire uno sparviero e a catturare dei piccoli uccelli. Così invitammo il dott. Coppaloni a vedere cosa sapevamo fare e dopo che vide che eravamo stati in grado di addestrare dei rapaci, ci permise di vedere i falchi che teneva a casa sua a Roma. Aveva due belle pertiche con 7 pellegrini, tutti animali di cattura, che volava nella sua tenuta di Rieti, a Nord di Roma che in epoca antica era stata la riserva di caccia della famiglia Borgia, dove ci invito a vedere i suoi falchi volare.
Ci permise di usare i suoi falchi e i suoi cani e di cacciare presso la sua tenuta dove abbondavano le pernici. Diventammo sempre piö entusiasti della falconeria e con il tempo migliorammo di molto le nostre competenze fino a quando Fulco Tosti fu notato da un amico di Coppaloni, Rodrà­guez De La Fuente, che lo invito a far volare i suoi falchi in Spagna presso l’ aeroporto di Torrejon per prevenire che le piccole otarde si infilassero nelle turbine degli aerei.
Noi due iniziammo insieme a Frikki a volare tutte le estati i nostri falchi in Scozia dove andammo la prima volta nel 1967. Ovviamente sapevamo molto poco a riguardo della caccia alle grouse. Andammo con due macchine con 5 falchi in ognuna. Quando arrivammo lì non avevamo i cani, non sapevamo nemmeno dove trovare un bravo cane. In quel periodo la Scozia, specialmente nella parte nord del Kentish, tradizionalmente frequentata per la caccia dai grandi falconieri come Gilbert Blaine, era così ricca di grouse che, sebbene sia noi che i nostri cani fossimo del tutto inesperti, riuscimmo a catturare 40 grouse. Fu davvero un grande successo per noi che conoscevamo così poco di questo sport. Inseguito, diventammo amici di Geoffrey Pollard e Roger Upton, che già  da tempo cacciavano le grouse con i falchi, e che ci insegnarono molto. Da quel momento, abbiamo iniziato ad andare a caccia tutte le estati in Scozia. Inizialmente solo io e Frikki, successivamente si aggiunse anche Fulco Tosti e ancora oggi vi andiamo tutti gli anni.
Con il passare degli anni, in Italia nuovi falconieri si interessarono a questo sport. La maggiore disponibilità  di informazioni per tutti e la possibilità  di avere a disposizione piö rapaci grazie al loro allevamento in cattività , segnarono il giro di boa di questo sport insieme alle radio trasmittenti che diedero l’opportunità  di tenere i falchi piö a lungo, anche quando si rischia troppo facendoli volare un po’ sovrappeso.
La falconeria in Italia è diventata sempre piö popolare. Attualmente stimo ci siano circa 200 appassionati e 50 falconieri che praticano la falconeria su basi su basi regolari.

Milano, Dicembre 2011, Umberto Caproni
 
Patty ha scritto:
[A proposito di storia moderna spero di farvi cosa gradita allegando la traduzione dell'intervista che ho fatto lo scorso dicembre ad Umberto Caproni e che è stata presentata al festival internazionale della falconeria.
Anche dalle sue parole emerge anche il tema della "conoscenza per pochi" e delle informazioni invece ora "accessibili per tutti".

Caproni dice:
" Attualmente stimo ci siano circa 200 appassionati e 50 falconieri che praticano la falconeria su basi su basi regolari.

Caproni è una persona fine e colta, piacevole da frequentare sia sul campo di caccia, che a cena, ma probabilmente non è molto aggiornato sulla Falconeria italiana: 200 appassionati e 50 falconieri sono numero forse vicino a quello degli anni '90... oggi sono parecchi di piö... :wink:
ll "Nasturzio" che cita... era il Cav. Ettore Nasturzio, che, piö che noto per i falchi, divento famoso per essere stato uno dei primi importatori, allevatori e appassionati di setter inglese. Un mito della cinofilia italiana. Genovese, facoltoso, era concessionario di parecchie riserve di caccia in Piemonte, Lombardia e all'estero. Conobbe Coppaloni sui campi di gara (cinofila), perchè Coppaloni era il proprietario di uno dei primi allevamenti di pointer in Italia, con affisso "Della Gaia", insieme al Cav. Radice. Nasturzio morì ottantenne nel 1963, nello stesso periodo in cui morì tragicamente Coppaloni, ma aveva già  smesso di volare da anni. Nasturzio voleva "cacciare" con i falchi, soprattutto cacciare lepri con l'astore, Coppaloni era anche un esteta della Falconeria, soprattutto dell'alto volo... due visoni differenti della Falconeria e della cinofilia... uno setter, l'altro pointer...
Per entrambi la prima passione erano i cani da ferma inglesi... per i quali sono diventati famosi, anche se noi falconieri guardiamo con molta attenzione soprattutto al loro lato "volatile".
La morte di entrambi non lascio "vuoti" nella Falconeria italiana, perchè altri, meno appariscenti, volavano falchi in maniera piö personale e spontanea e soprattutto perchè all'epoca pochissimi li conoscevano come "falconieri", mentre la cinofilia italiana, tutta, saluto con molto dispiacere la scomparsa di due grandissimi selezionatori di cani da ferma.
Dopo la loro morte continuo semplicemente la tendenza, che duro fino agli anni ottanta, a tenere la Falconeria un pochino "isolata" e soltanti per pochi "fortunati". Non era solo una questione di "informazioni carenti", ma anche di "voluta riservatezza"... dicamo così... :wink:
 
Grazie 1000, Amedeo per gli interessanti approfondimenti.
Tra l'altro mi piace davvero molto il tuo modo di scrivere, rende in modo molto vivido le situazioni che descrivi :D

Che tu sappia, veramente non c'era nessun falconiere in Italia prima del Cav. Nasturzio?
I testi scritti da Filastori, Trocchi e Pestellini a cavallo con l'inizio del XX secolo non avevano risvegliato in nessuno l'interesse nella falconeria e la sua pratica? Pestellini era lui stesso un falconiere?
Un altra domanda ... sai se le informazioni pratiche inserite nei loro manuali venivano anche da contatti con falconieri esteri (inglesi) ?

Grazie ancora
Pat
 
Patty ha scritto:
Grazie 1000, Amedeo per gli interessanti approfondimenti.
Tra l'altro mi piace davvero molto il tuo modo di scrivere, rende in modo molto vivido le situazioni che descrivi :D

Che tu sappia, veramente non c'era nessun falconiere in Italia prima del Cav. Nasturzio?
I testi scritti da Filastori, Trocchi e Pestellini a cavallo con l'inizio del XX secolo non avevano risvegliato in nessuno l'interesse nella falconeria e la sua pratica? Pestellini era lui stesso un falconiere?
Un altra domanda ... sai se le informazioni pratiche inserite nei loro manuali venivano anche da contatti con falconieri esteri (inglesi) ?

Grazie ancora
Pat

Vi stimolero ... per farvi pensare un po'... (e qui andiamo nel difficile :lol: )...
Che rapporti c'erano fra il Fascismo e la storia (intesa in senso generale)?
Come mai nel ventennio, che tanto aveva esaltato le doti dei grandi condottieri romani e il mito dell'"eroe" e della virilità , anche nelle attività  non belliche del maschio (come la caccia...,) non si legge nulla riguardo la Falconeria? malgrado l'aquila imperiale fosse uno dei tre "simboli" del Fascismo?
Voi direte, cosa c'entra?
C'entra, perchè le attività  sociali e anche quelle ludiche, di un popolo, anche dell'aristocrazia, nei periodi di dittatura sono sempre state fortemente influenzate dalle scelte del "governo".
E allora mi chiedo: come mai durante il ventennio niente Falconeria in Italia, per poi riprendere appena finita la guerra?
Tutte le forme di caccia furono incentivate, soprattutto con armi (Luigi Franchi chiamo "Littorio" una doppietta fra le piö fini prodotte in Italia nel ventennio..., poi ribattezzata "Condor" dopo la liberazione...), a cavallo (Mussolini era un grande appassionato d'ippica oltre che di tiro al volo, dove per altro non brillava molto...), con i levrieri, etc etc, ma non la Falconeria...
Perchè? e potrebbe essere stato uno dei motivi dell'assenza di Falconieri fino al dopo guerra?
 
Pat
ti rispondo io molto brevemente e per quello che so (il resto lo scriverà  sicuramente tanax)
il Filastori (Antonio Ungherini) in pratica si è basato molto per scrivere il suo libro sull'opera del Lascelles , dell'Harting, del Salvin, e sugli scritti di C. De Saint-Marc e di Sourbets ecc ecc, inoltre, egli era il rappresentante in Italia per quanto riguarda la attrezzature ed i rapaci, della famiglia Mollen di Valkenswaard, gli unici che costruivano le attrezzature (cappucci, borse ecc) per tutti i falconieri europei, oltre ad essere dei trappers di pellegrini, in special modo per gli inglesi dell'Old Hawking Club, tanto che quel sistema di cattura, tutt'oggi, è chiamato "capanno olandese".

Il Pestellini, si dice, che non sia stato un vero e proprio falconiere, ma piö semplicemente un giornalista fiorentino che ha visitato ed intervistato Coppaloni ecc ecc scrivendo poi il libro

Il Trocchi so che era un cinofilo
 
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