Probabilmente sto combinando un pasticcio e questa non è la sezione adatta per lanciare questo messaggio d'aiuto. Se così dovesse essere, perdonatemi.
Ho pensato di rivolgermi a voi perché siete i piö esperti in materia e quindi i piö adatti a risolvere il mio problema.
Mi chiamo Anita Book e scrivo perché il mio piö grande sogno è quello di poterne realizzare una professione a tutti gli effetti. Adoro raccontare storie e desiderio mantenere sempre acceso lo spirito dell'immaginazione, la potenza dei sogni.
Attualmente sto lavorando a un ciclo di storie fantastiche dedicate ai piö piccoli e...be', sono ferma per colpa di un falchetto che non riesco a descrivere come vorrei. Mi piacerebbe conoscere le terminologie giuste per descriverne l'aspetto, le caratteristiche peculiari, il verso e, naturalmente, le tecniche di volo. Potreste darmi una mano? Lo so, probabilmente è una richiesta un po' “inopportunaâ€�, pero tengo tanto a questa storia e voglio che il lettore possa figurarsi ogni personaggio e ogni sua azione come se fosse reale. Ho provato anche a fare un po' di ricerche in rete ma con scarsi risultati. C'è troppa vaghezza. Per agevolarvi il compito, qualora decideste di darmi qualche informazione, vi lascio il passaggio che riguarda il mio protagonista alato.
Grazie anticipatamente e...scusatemi ancora.
Anita
“Mi domando: è normale sentirsi improvvisamente piö pesanti di un forziere pieno di galeoni d’oro? Eppure credevo di aver digerito da un pezzo tutti quei tortiglioni di nuvole. Non sarà che…
— Stai precipitando, amico.
Giro di scatto la testa e mi accorgo che un falchetto sta volando al mio fianco. I suoi occhietti sono un tantino ravvicinati, la testa grigio ardesia e la schiena chiazzata. Al collo tiene legato un simpatico nastro blu con un campanellino.
— Mi sa che non te n’eri accorto — continua, scuotendo la testa. — Succede sempre così con i novellini.
Irritato dal suo commento, dico: — Ehi, ma tu chi…
— Sono Sirio, il guardiano del varco e quella che ti fa cadere in basso si chiama “forza di gravità â€�. Scommetto che vorresti tornare indietro, eh? I pivelli se la danno a gambe levate, tutte le volte, e sono un continuo implorare, piagnucolare, tormentare… — dice con fare annoiato. — Un incubo. Non vedo l’ora di essere abbastanza vecchio da cedere il posto a qualcun’altro.
— Nessuno mi aveva detto che ci sarebbe stata una “forza di gravità â€�! — sbotto risentito.
Il falchetto getta la testa all’indietro e si fa una risatina stridula. — Pensi davvero che gliene importi? Dammi retta, quelli stanno già brindando alla tua partenza e tra qualche minuto si saranno dimenticati persino della tua faccia.
— Quelli chi?
— Quelli che stanno là dietro — dice indicando il cielo con un cenno del becco.
Cerco di immaginare la mia Regina che indice una mega-festa perché felice di essersi liberata di me e tutt’un tratto mi si forma un nodo in gola. No, non sarebbe capace di una cosa del genere. Mi ha affidato la chiave del regno, mi ha detto di essere super-orgogliosa del sottoscritto e che conta su di me!
Quest’uccellaccio è un imbroglione da strapazzo.
— Tu vuoi solo spaventarmi — obietto.
— Vedrai, vedrai — insiste con un ghigno malizioso. — Ne riparleremo tra qualche settimana. Adesso aggrappati al sonaglio che ho al collo e reggiti forte. Ci divertiamo un po’.
— C-che significa? — chiedo dopo essermi assicurato al campanellino dorato.
La risposta giunge un attimo dopo. Il falchetto si lancia in picchiata emettendo uno stridio acuto e io urlo a squarciagola. Il vento diventa gelido e pungente, mi costringe a tenere gli occhi chiusi, e ho come l’impressione che il cuore debba balzarmi via dal petto. Attraversiamo nuvole, scansiamo per un pelo altri esseri alati che ci sbraitano contro…tutto questo a una velocità incredibile. Forse di duecento chilometri orari! Per un momento penso sul serio che andremo a schiantarci, ma poi finalmente riprendiamo quota e il mio colorito torna pian piano alla sua tonalità abituale. Cosa credi, anche un cantastorie puo soffrire il mal di volo!
— Abbassa la testa, qui è pieno di rami bassi — m’informa Sirio mentre penetriamo nel fitto di un boschetto.
I raggi della luna danzano tra il fogliame che sembra ricoperto di scintillii. Uno scoiattolo sparisce nella sua tana e chiude la porticina di legno, una famiglia di ranocchie si tuffa nello stagno che è ai piedi di un albero nodoso, una falena mi svolazza davanti agli occhi e va a posarsi sulla punta del mio naso.
— Non farti intenerire troppo, — mi mette in guardia Sirio. — Una volta che ti si appiccicano addosso non te le levi piö di torno. Sono delle gran pettegole, non la smettono di parlare. Ho una lontana parente che è una falena, so cosa vuol dire.
Ha ragione: questa piccola farfallina dalle ali larghe ha già attaccato con le domande. In fondo, pero, che male c’è?
Non l’avessi mai detto! Dopo dieci minuti di chiacchiericcio continuo, le mie orecchie non ce la fanno piö. Sono esausto. Sirio si inclina bruscamente verso destra e la piccola farfallina vola via stizzita.
— Grazie — gli dico tirando un sospiro di sollievo.
— Figurati, ma d’ora in avanti… — lascia la frase a metà mentre atter-riamo dolcemente sul ramo alto di un castagno — …dovrai cavartela da solo — conclude.
Salto giö dal suo sonaglio e mi stiracchio gambe e braccia. Accitombola, sono tutto uno scricchiolio.â€�
A questo punto, il dialogo tra i due personaggi dovrebbe continuare ancora per qualche battuta e percio dovrei far compiere al falchetto dei gesti peculiari, tipo beccarsi le piume, ruotare la testa... Okay, mi fermo perché sicuramente sto scrivendo un sacco di stupidaggini. Ah, prima che me ne dimentichi: nel caso in cui, a stesura completata, il romanzo dovesse trovare il responso positivo di qualche casa editrice, voi comparireste nei ringraziamenti.
Ho pensato di rivolgermi a voi perché siete i piö esperti in materia e quindi i piö adatti a risolvere il mio problema.
Mi chiamo Anita Book e scrivo perché il mio piö grande sogno è quello di poterne realizzare una professione a tutti gli effetti. Adoro raccontare storie e desiderio mantenere sempre acceso lo spirito dell'immaginazione, la potenza dei sogni.
Attualmente sto lavorando a un ciclo di storie fantastiche dedicate ai piö piccoli e...be', sono ferma per colpa di un falchetto che non riesco a descrivere come vorrei. Mi piacerebbe conoscere le terminologie giuste per descriverne l'aspetto, le caratteristiche peculiari, il verso e, naturalmente, le tecniche di volo. Potreste darmi una mano? Lo so, probabilmente è una richiesta un po' “inopportunaâ€�, pero tengo tanto a questa storia e voglio che il lettore possa figurarsi ogni personaggio e ogni sua azione come se fosse reale. Ho provato anche a fare un po' di ricerche in rete ma con scarsi risultati. C'è troppa vaghezza. Per agevolarvi il compito, qualora decideste di darmi qualche informazione, vi lascio il passaggio che riguarda il mio protagonista alato.
Grazie anticipatamente e...scusatemi ancora.
Anita
“Mi domando: è normale sentirsi improvvisamente piö pesanti di un forziere pieno di galeoni d’oro? Eppure credevo di aver digerito da un pezzo tutti quei tortiglioni di nuvole. Non sarà che…
— Stai precipitando, amico.
Giro di scatto la testa e mi accorgo che un falchetto sta volando al mio fianco. I suoi occhietti sono un tantino ravvicinati, la testa grigio ardesia e la schiena chiazzata. Al collo tiene legato un simpatico nastro blu con un campanellino.
— Mi sa che non te n’eri accorto — continua, scuotendo la testa. — Succede sempre così con i novellini.
Irritato dal suo commento, dico: — Ehi, ma tu chi…
— Sono Sirio, il guardiano del varco e quella che ti fa cadere in basso si chiama “forza di gravità â€�. Scommetto che vorresti tornare indietro, eh? I pivelli se la danno a gambe levate, tutte le volte, e sono un continuo implorare, piagnucolare, tormentare… — dice con fare annoiato. — Un incubo. Non vedo l’ora di essere abbastanza vecchio da cedere il posto a qualcun’altro.
— Nessuno mi aveva detto che ci sarebbe stata una “forza di gravità â€�! — sbotto risentito.
Il falchetto getta la testa all’indietro e si fa una risatina stridula. — Pensi davvero che gliene importi? Dammi retta, quelli stanno già brindando alla tua partenza e tra qualche minuto si saranno dimenticati persino della tua faccia.
— Quelli chi?
— Quelli che stanno là dietro — dice indicando il cielo con un cenno del becco.
Cerco di immaginare la mia Regina che indice una mega-festa perché felice di essersi liberata di me e tutt’un tratto mi si forma un nodo in gola. No, non sarebbe capace di una cosa del genere. Mi ha affidato la chiave del regno, mi ha detto di essere super-orgogliosa del sottoscritto e che conta su di me!
Quest’uccellaccio è un imbroglione da strapazzo.
— Tu vuoi solo spaventarmi — obietto.
— Vedrai, vedrai — insiste con un ghigno malizioso. — Ne riparleremo tra qualche settimana. Adesso aggrappati al sonaglio che ho al collo e reggiti forte. Ci divertiamo un po’.
— C-che significa? — chiedo dopo essermi assicurato al campanellino dorato.
La risposta giunge un attimo dopo. Il falchetto si lancia in picchiata emettendo uno stridio acuto e io urlo a squarciagola. Il vento diventa gelido e pungente, mi costringe a tenere gli occhi chiusi, e ho come l’impressione che il cuore debba balzarmi via dal petto. Attraversiamo nuvole, scansiamo per un pelo altri esseri alati che ci sbraitano contro…tutto questo a una velocità incredibile. Forse di duecento chilometri orari! Per un momento penso sul serio che andremo a schiantarci, ma poi finalmente riprendiamo quota e il mio colorito torna pian piano alla sua tonalità abituale. Cosa credi, anche un cantastorie puo soffrire il mal di volo!
— Abbassa la testa, qui è pieno di rami bassi — m’informa Sirio mentre penetriamo nel fitto di un boschetto.
I raggi della luna danzano tra il fogliame che sembra ricoperto di scintillii. Uno scoiattolo sparisce nella sua tana e chiude la porticina di legno, una famiglia di ranocchie si tuffa nello stagno che è ai piedi di un albero nodoso, una falena mi svolazza davanti agli occhi e va a posarsi sulla punta del mio naso.
— Non farti intenerire troppo, — mi mette in guardia Sirio. — Una volta che ti si appiccicano addosso non te le levi piö di torno. Sono delle gran pettegole, non la smettono di parlare. Ho una lontana parente che è una falena, so cosa vuol dire.
Ha ragione: questa piccola farfallina dalle ali larghe ha già attaccato con le domande. In fondo, pero, che male c’è?
Non l’avessi mai detto! Dopo dieci minuti di chiacchiericcio continuo, le mie orecchie non ce la fanno piö. Sono esausto. Sirio si inclina bruscamente verso destra e la piccola farfallina vola via stizzita.
— Grazie — gli dico tirando un sospiro di sollievo.
— Figurati, ma d’ora in avanti… — lascia la frase a metà mentre atter-riamo dolcemente sul ramo alto di un castagno — …dovrai cavartela da solo — conclude.
Salto giö dal suo sonaglio e mi stiracchio gambe e braccia. Accitombola, sono tutto uno scricchiolio.â€�
A questo punto, il dialogo tra i due personaggi dovrebbe continuare ancora per qualche battuta e percio dovrei far compiere al falchetto dei gesti peculiari, tipo beccarsi le piume, ruotare la testa... Okay, mi fermo perché sicuramente sto scrivendo un sacco di stupidaggini. Ah, prima che me ne dimentichi: nel caso in cui, a stesura completata, il romanzo dovesse trovare il responso positivo di qualche casa editrice, voi comparireste nei ringraziamenti.