Accolgo il piacevole invito a nozze di Franco (Tyto) di fare quattro chiacchere sul binomio falco/cane.
E’ un tema che meriterebbe un convegno (chissà che un giorno forse …. O qualcosa bolle già in pentola), quindi non posso certo trasformare questo post in un virtuale “atti del convegnoâ€� pertanto, qualche semplice riflessione o mia provocazione e poi il post anche con i Vostri interventi spero prenderà corpo, andando a toccare le varie tematiche che la materia richiede.
Tra tre mesi circa si apre la caccia, quindi chi lustrerà le doppiette ed altri cominceranno a lavorare sui pesi dei nostri falchi a fine muta, per qualcuno il tutto finisce lì, ma per altri fortunati e “ammalatiâ€� dell’arte venatoria, si deve mettere a regime (sconsiglio di tenere fermo il cane durante la chiusura della caccia) colui che sarà insieme al nostro falco, compagno insostituibile e fondamentale per un corretto esercizio venatorio quando andremo ad insidiare fagiani, rosse, starne ed anche lepri.
Naturalmente sto parlando del CANE anzi il CANE DA FERMA, perché ritengo che per cacciare con il falco che sia di basso o alto volo,il cane da ferma indistintamente dalla razza, sia il piö funzionale ed idoneo. Piö avanti spieghero meglio questo fondamentale mio concetto.
Non poche volte avrete visto “fare la gamba ed il fiatoâ€� ai cani con il proprio “cacciatoreâ€� in bici anche sulle strade asfaltate “ così si fanno i piediâ€�, dice qualcuno magari a luglio o agosto con il caldo torrido “così si abituano anche al caldoâ€�, dice un altro che ne sà sempre piö di tutti. CASTRONERIE!!! Non solo non condivido come avrete capito, ma condanno questo supplizio! Il cane da ferma per chi lo tiene fermo dopo la chiusura della stagione venatoria, non ha bisogno solo di recuperare fisico, ma deve togliere “ ruggineâ€� al suo apparato celebrale. Soluzione? Semplice, al posto di fare MILANO – SANREMO con BOBY lo si porta in campagna, prima ancora dell’apertura dell’addestramento cani, in apposite zone di addestramento o anche…. A buon intenditor buone parole. Non basta! Correre nei prati a vuoto per un cane da caccia non c’è niente di piö deprimevole, lui vuole l’incontro per tanti motivi, non solo per un nostro tornaconto ma perché lui ha bisogno di sfogare la sua indole, masticare l’efulvo in ferma e rincorrere….. Anche se con selvaggina da allevamento (fagiani, starne anche quaglie tutta roba che fin da ora se ne trovano a quintalate ed a costi irrisori) certo, se avessimo la possibilità di mandarlo all’incontro con selvaggina autoctona, lo sappiamo tutti, sarebbe meglio ma sappiamo tutti i problemi che ci sono.
Ma il cane da ferma del falconiere dovrebbe essere fermo al frullo della selvaggina quindi non rincorrere? Toccheremo anche questo punto.
Ritornando allo spolvero di Boby, le uscite (almeno un paio alla settimana con un anticipo almeno di due mesi prima dell’esercizio venatorio) non dovranno avvenire sempre nello stesso orario e luogo (incompatibilità con il tempo che si ha a disposizione) e la spiegazione tecnica è semplice: il cane da ferma lavora di naso sfruttando il vento, il vento è il mezzo di comunicazione fra selvaggina e naso del nostro cane, percepita l’emanazione il cane entrerà in una specie di catalessi chiamata ferma. Mattino, pomeriggio e sera non è mai la stessa cosa, l’emanazione cambia perché cambiano le condizioni cioè: assenza di vento, umidità , siccità , conformazione del terreno ecco che il nostro cane lo abitueremo a risolvere vari quesiti olfattivi. Ecco che differenziare orari e luoghi non puo che giovare il nostro cane adulto fondamentale invece se è giovane……. E’ molto importante la formazione!
Direi che puo bastare come inizio diciamo come prima puntata, certo piö avanti entrero nel vivo falco/cane ….. sempre se fin qui non Vi ho annoiato.
Spero di essere stato il piö esplicito possibile in caso e con semplicità resto a Vs. disposizione per qualsiasi spunto di questa prima parte.
BEPPE
E’ un tema che meriterebbe un convegno (chissà che un giorno forse …. O qualcosa bolle già in pentola), quindi non posso certo trasformare questo post in un virtuale “atti del convegnoâ€� pertanto, qualche semplice riflessione o mia provocazione e poi il post anche con i Vostri interventi spero prenderà corpo, andando a toccare le varie tematiche che la materia richiede.
Tra tre mesi circa si apre la caccia, quindi chi lustrerà le doppiette ed altri cominceranno a lavorare sui pesi dei nostri falchi a fine muta, per qualcuno il tutto finisce lì, ma per altri fortunati e “ammalatiâ€� dell’arte venatoria, si deve mettere a regime (sconsiglio di tenere fermo il cane durante la chiusura della caccia) colui che sarà insieme al nostro falco, compagno insostituibile e fondamentale per un corretto esercizio venatorio quando andremo ad insidiare fagiani, rosse, starne ed anche lepri.
Naturalmente sto parlando del CANE anzi il CANE DA FERMA, perché ritengo che per cacciare con il falco che sia di basso o alto volo,il cane da ferma indistintamente dalla razza, sia il piö funzionale ed idoneo. Piö avanti spieghero meglio questo fondamentale mio concetto.
Non poche volte avrete visto “fare la gamba ed il fiatoâ€� ai cani con il proprio “cacciatoreâ€� in bici anche sulle strade asfaltate “ così si fanno i piediâ€�, dice qualcuno magari a luglio o agosto con il caldo torrido “così si abituano anche al caldoâ€�, dice un altro che ne sà sempre piö di tutti. CASTRONERIE!!! Non solo non condivido come avrete capito, ma condanno questo supplizio! Il cane da ferma per chi lo tiene fermo dopo la chiusura della stagione venatoria, non ha bisogno solo di recuperare fisico, ma deve togliere “ ruggineâ€� al suo apparato celebrale. Soluzione? Semplice, al posto di fare MILANO – SANREMO con BOBY lo si porta in campagna, prima ancora dell’apertura dell’addestramento cani, in apposite zone di addestramento o anche…. A buon intenditor buone parole. Non basta! Correre nei prati a vuoto per un cane da caccia non c’è niente di piö deprimevole, lui vuole l’incontro per tanti motivi, non solo per un nostro tornaconto ma perché lui ha bisogno di sfogare la sua indole, masticare l’efulvo in ferma e rincorrere….. Anche se con selvaggina da allevamento (fagiani, starne anche quaglie tutta roba che fin da ora se ne trovano a quintalate ed a costi irrisori) certo, se avessimo la possibilità di mandarlo all’incontro con selvaggina autoctona, lo sappiamo tutti, sarebbe meglio ma sappiamo tutti i problemi che ci sono.
Ma il cane da ferma del falconiere dovrebbe essere fermo al frullo della selvaggina quindi non rincorrere? Toccheremo anche questo punto.
Ritornando allo spolvero di Boby, le uscite (almeno un paio alla settimana con un anticipo almeno di due mesi prima dell’esercizio venatorio) non dovranno avvenire sempre nello stesso orario e luogo (incompatibilità con il tempo che si ha a disposizione) e la spiegazione tecnica è semplice: il cane da ferma lavora di naso sfruttando il vento, il vento è il mezzo di comunicazione fra selvaggina e naso del nostro cane, percepita l’emanazione il cane entrerà in una specie di catalessi chiamata ferma. Mattino, pomeriggio e sera non è mai la stessa cosa, l’emanazione cambia perché cambiano le condizioni cioè: assenza di vento, umidità , siccità , conformazione del terreno ecco che il nostro cane lo abitueremo a risolvere vari quesiti olfattivi. Ecco che differenziare orari e luoghi non puo che giovare il nostro cane adulto fondamentale invece se è giovane……. E’ molto importante la formazione!
Direi che puo bastare come inizio diciamo come prima puntata, certo piö avanti entrero nel vivo falco/cane ….. sempre se fin qui non Vi ho annoiato.
Spero di essere stato il piö esplicito possibile in caso e con semplicità resto a Vs. disposizione per qualsiasi spunto di questa prima parte.
BEPPE