Con tutto il rispetto e senza voler creare alcuna polemica con nessuno esprimo solo il mio parere quindi prendetelo come tale : il pellegrino (spero che stiamo parlando solo di pellegrini no ?) di per sè è dotato ,anzi direi superdotato di tutti quei requisiti necessari a fare bene il suo mestiere sviluppati e perfezionati in un arco di tempo tanto grande che l'uomo può solo inquadrare numericamente ma difficilmente comprenderne la reale dimensione . E' talmente "superdotato " che in Falconeria abbatte abitualmente prede più grandi di lui (può succedere anche in natura ma in percentuali molto diverse perchè diverse sono le necessità) appunto perchè il mix tra armi a disposizione tecnica di caccia e mentalità di superpredatore è letale per moltissime specie di volatili che diventano sue prede , quindi , per tornare a noi , secondo me quando in Falconeria un pellegrino rifiuta un anatide o non lo attacca con la giusta convinzione salvo situazioni di volo particolari -e attenzione non dico prenderla ,sappiamo tutti che a caccia è tutto molto difficile e concludere ancora di più e un buon attacco anche senza presa ripaga e soddisfa sempre il falconiere - il falconiere dovrebbe seriamente chiedersi quali errori ha fatto lui non il falco.
Saluti e auguri di buon anno.
Il pellegrino selvatico (come tutti gli altri predatori) viene educato e selezionato dalla natura durante tutte la fasi del suo sviluppo psico-fisico. I falchi da Falconeria (nati in cattività) sono invece fortemente condizionati dal modo in cui vengono allevati ed addestrati. E questo influisce moltissimo sulle loro successive performances a caccia.
I falchi selvatici se sopravvivono al primo inverno sono sempre e comunque MOLTO determinati e aggressivi sin dalla loro nascita, altrimenti soccombono. I nostri falchi (nati in casa) vengono comunque portati avanti dall'allevatore che, per bravo che sia, non potrà mai capire se un soggetto sopravviverebbe in natura o no.
Questo significa che spesso in Falconeria ci troviamo ad avere a che fare con soggetti con scarsa aggressività congenita, che sebbene usando tutti i trucchi del mestiere, non renderanno mai quanto altri soggetti che nascono già più dotati.
Credo che India intendesse questo.
Molto fa anche il modo in cui vengono allevati nei primi due-tre mesi di vita, se imprintati o meno etc etc, ma girala come vuoi, ci sono soggetti che già nel nido dimostrano un carattere più aggressivo verso tutto ciò che si muove. Non necessariamente questi soggetti sono anche aggressivi o paurosi verso l'uomo, anzi di solito sono così concentrati sulla preda che si addestrano più facilmente.
Negli astori, per esempio, è fondamentale che nelle prime settimane dopo l'ivolo, o al più presto possibile, uccidano prede vive perchè lo sviluppo della loro mente e della loro formazione empirica in quel periodo da' loro un'imprinting forte verso la predazione del vivo. Se si aspetta troppo tempo e metterli sul vivo, potrebbero poi avere una specie di eccessiva "pigrizia" verso la preda "scomoda" o troppo grossa. Se invece nei primi due - tre mesi di vita imparano che la cattura del vivo e la sua uccisione sono lo scopo della loro vita, gli rimarrà in testa per sempre, anche se verranno magari poi tenuti fermi per anni. Questo è uno dei motivi per cui ci sono terzuoli di astore che attaccano e uccidono tutto (dal fagiano maschio al merlo) e altri che oltre la taglia della starna non attaccano.
Nel pellegrino spesso i giovani da Falconeria non sanno usare i piedi e non agganciano le prede fino alla seconda stagione. Questo perchè in voliera non hanno potuto esercitarsi a prendere la volo tutto ciò che vola, come invece fanno abitualmente in natura. I giovani selvatici giocano per ore con le foglie che volano trasportate dal vento e spesso sembra si divertano lasciando cadere il cibo per poi riprenderlo al volo dopo una breve picchiata.
Per cui io concordo con te, Sblengi, sul fatto che il falconiere abbia sempre delle responsabilità nel risultato finale, ma spesso le caratteristiche individuali dei rapaci (soggetti, non tanto specie o ssp) fanno la differenza, a parità di "professionalità" dell'addestratore.
Saluti a tutti.