buongiorno a tutti,
spero di non dilungarmi troppo, ma il racconto che verrà, è davvero troppo intenso, per non entrare nei dettagli.
Prime ore del pomeriggio.
Dopo un lauto pranzo, armati di binocoli cannocchiale e tanto entusiasmo, io ed il mio maestro ci incamminiamo verso una meta a me sconosciuta.
Sapendo di essere alla ricerca di rapaci, lo seguo senza fare domande. Ci inoltriamo per ore negli stretti e impervi "vicoli" boschivi, tra castagni noccioli ontani e pini, costeggiando ruscelli e laghetti , ricchi , da quel che si dice, di specie autoctone. Un gran bel vedere, e come inizio niente male. Il sole è caldo, e l'ombra delle chiome che ricoprono i sentieri ci da un po' di tregua, e dopo più di un' ora di cammino, decidiamo di prendere fiato. Alzando gli occhi al cielo, il primo avvistamento:un giovane pellegrino. Volteggia per poco sopra di noi, ad un altitudine notevole, e dopo qualche sorata in termica...ahimè ci saluta.
L'entusiasmo è palpabile ed Amedeo, che forse qualcuno di voi sicuramente conosce, comincia con le spiegazioni sui comortamenti del pellegrino in nature, e completa la "lezione" con aneddoti delle sue esperienze personali.
Proseguiamo. Comincia il difficile. Si comincia a salire, ed il fiato si accorcia. Non c'è spazio per troppi discorsi. Decidiamo allora di fermarci nuovamente, sempre attenti a quello che succede in alto...ed ecco un biancone. La giornata promette bene, ed io sempre più incuriosito ed emozionato, non vedo l'ora di arrivare al dunque.
Per una buona mezz'ora solo boschi. La stanchezza comincia a farsi sentire e proprio quando meno me lo aspettavo, lo stop definitivo del mio maestro. Eccoci arrivati. Dopo strette e poco amichevoli stradine fangose, ecco la meta. Un monumento naturale in faccia a noi, all'improvviso. Come Fontana di Trevi...te la trovi in faccia senza aspettartela.
Siamo a circa a 400m dalla parete.
"Prendi il binocolo" mi dice in tutta calma, e mi indica il punto da osservare...Niente di fatto nessun avvistamento. Passano i minuti, 5, 10 ,20...e ad un tratto lei, la regina del cielo con la sua inconfondibile silohuette, che guardinga si avvicina ad una cinquantina di metri sopra di noi, scavalcando la collina e, voltando testa in basso, per verificare l'essenza del pericolo, ci mostra le stiature dorate sul capo. Era Lei...L'AQUILA REALE...Senza parole l'ammiro allontanarsi e con dispiacere la vedo scomparire.
Ore di cammino, sudore, caldo, fango con il rischio di non concludere nulla...la fatica è stata premiata, anche se solo per pochi minuti. Emozioni grandi, ciò che internet e webcam non riescono a dare.
Questa è Falconeria
Grazie Amedeo.
spero di non dilungarmi troppo, ma il racconto che verrà, è davvero troppo intenso, per non entrare nei dettagli.
Prime ore del pomeriggio.
Dopo un lauto pranzo, armati di binocoli cannocchiale e tanto entusiasmo, io ed il mio maestro ci incamminiamo verso una meta a me sconosciuta.
Sapendo di essere alla ricerca di rapaci, lo seguo senza fare domande. Ci inoltriamo per ore negli stretti e impervi "vicoli" boschivi, tra castagni noccioli ontani e pini, costeggiando ruscelli e laghetti , ricchi , da quel che si dice, di specie autoctone. Un gran bel vedere, e come inizio niente male. Il sole è caldo, e l'ombra delle chiome che ricoprono i sentieri ci da un po' di tregua, e dopo più di un' ora di cammino, decidiamo di prendere fiato. Alzando gli occhi al cielo, il primo avvistamento:un giovane pellegrino. Volteggia per poco sopra di noi, ad un altitudine notevole, e dopo qualche sorata in termica...ahimè ci saluta.
L'entusiasmo è palpabile ed Amedeo, che forse qualcuno di voi sicuramente conosce, comincia con le spiegazioni sui comortamenti del pellegrino in nature, e completa la "lezione" con aneddoti delle sue esperienze personali.
Proseguiamo. Comincia il difficile. Si comincia a salire, ed il fiato si accorcia. Non c'è spazio per troppi discorsi. Decidiamo allora di fermarci nuovamente, sempre attenti a quello che succede in alto...ed ecco un biancone. La giornata promette bene, ed io sempre più incuriosito ed emozionato, non vedo l'ora di arrivare al dunque.
Per una buona mezz'ora solo boschi. La stanchezza comincia a farsi sentire e proprio quando meno me lo aspettavo, lo stop definitivo del mio maestro. Eccoci arrivati. Dopo strette e poco amichevoli stradine fangose, ecco la meta. Un monumento naturale in faccia a noi, all'improvviso. Come Fontana di Trevi...te la trovi in faccia senza aspettartela.
Siamo a circa a 400m dalla parete.
"Prendi il binocolo" mi dice in tutta calma, e mi indica il punto da osservare...Niente di fatto nessun avvistamento. Passano i minuti, 5, 10 ,20...e ad un tratto lei, la regina del cielo con la sua inconfondibile silohuette, che guardinga si avvicina ad una cinquantina di metri sopra di noi, scavalcando la collina e, voltando testa in basso, per verificare l'essenza del pericolo, ci mostra le stiature dorate sul capo. Era Lei...L'AQUILA REALE...Senza parole l'ammiro allontanarsi e con dispiacere la vedo scomparire.
Ore di cammino, sudore, caldo, fango con il rischio di non concludere nulla...la fatica è stata premiata, anche se solo per pochi minuti. Emozioni grandi, ciò che internet e webcam non riescono a dare.
Questa è Falconeria
Grazie Amedeo.